Poche e fredde righe scritte per una sfiducia pesantissima. Sono quelle firmate da Carl Anderson, presidente (Cavaliere supremo) dei Cavalieri di Colombo e membro del board dello Ior, che notificano a Ettore Gotti Tedeschi la decisione di sfiduciarlo da parte del Consiglio di sovrintendenza dell’Istituto.
Il documento, consegnato alla Commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior, è stato approvato venerdì.
Le cartelle, uscite in esclusiva sul Corriere, rendono note con precisione le lamentele del board verso il banchiere piacentino: “Aver mancato alle riunioni, non aver saputo assicurare la governance dell’istituto, non aver saputo spiegare la mancanza di due documenti di cui era in possesso in quanto presidente dell’istituto e infine di aver fatto circolare notizie riguardanti lo Ior”.
Accuse gravi e che acquistano maggiore vigore alla luce delle vicende che sta attraversando la Santa Sede, tra fughe di notizie riservate, lotte di potere intestine ed ora anche arresti (dopo il maggiordomo del Papa il Vaticano si è detto pronto ad altri fermi).
I più inquietanti, in questo senso, sono i punti 5 e 6, che riguardano la spystory in atto tra le mura vaticane e nella quale pare coinvolto, o essere finito invischiato, anche Gotti Tedeschi.
I NOVE PUNTI CHE SFIDUCIANO GOTTI TEDESCHI – 1) non aver svolto le funzioni base che spettano al presidente; 2) l’incapacità di essere informato e di informare il board rispetto all’attività dell’Istituto; 3) aver abbandonato o non aver preso parte a riunioni del board; 4) aver mostrato poca prudenza in dichiarazioni sull’Istituto; 5) non aver potuto fornire giustificazione formale per la diffusione di documenti in possesso del presidente; 6) aver diffuso informazioni non accurate sull’Istituto; 7) non aver difeso l’Istituto rispetto ad articoli di stampa inappropriati; 8) aver creato divisioni nell’Istituto; 9) aver tenuto un comportamento personale non coerente.
Ma – a parte i motivi legati a eventuali reati – è impietoso il giudizio che sempre Carl Anderson ha dato del lavoro svolto dal banchiere: “La decisione effettiva è stata presa perché Gotti non svolgeva il suo lavoro di presidente di un ente finanziario e il board è responsabile della buona gestione e del buon andamento dell’Istituto. Gotti non si dedicava all’Istituto, non era concentrato sul suo lavoro, non si informava e non riferiva al board, spesso non partecipava al consiglio”.