Confagricoltura, solidarietà agli agricoltori colpiti dal sisma

Confagricoltura Piacenza costruisce un ponte di solidarietà con gli agricoltori emiliani colpiti dal terremoto. “Siamo in contatto con le sedi territoriali dell’associazione ubicate nelle zone maggiormente colpite – commenta il Direttore di Confagricoltura Piacenza, Luigi Sidoli -. Stiamo ragionando con loro sul come renderci utili”. “A mano a mano che la confusione e lo sconforto del primo momento lascia spazio alla conta dei danni gli agricoltori si rimboccano le maniche – sottolinea il Presidente di Confagricoltura Piacenza, Enrico Chiesa -. Non c’è tempo per lo scoramento”. Gli allevatori sfollati non stanno dormendo nelle tendopoli della protezione civile: preferiscono restare accanto ai campi e agli animali, si arrangiano con le coperte in auto o tende canadesi nel cortile. Devono continuare a lavorare la terra altrimenti vanno in malora tutte le coltivazioni di frutta e cereali. Anche se la terra è ferita, con spaccature da cui è sgorgato sabbia e fango. E’ nelle campagne che si contano i danni maggiori. “Confagricoltura Piacenza – sottolinea Sidoli – aderisce alla raccolta fondi a sostegno di famiglie e imprese colpite dal terremoto avviata dalla Cassa di Risparmio di Ferrara insieme alla Fondazione Carife e in coordinamento con le principali Istituzioni locali. E’ stato aperto un conto corrente di solidarietà per raccogliere i fondi. Il Conto corrente è attivo presso la sede di Ferrara ed è intestato a “Carife aiuti terremoto”, ha come Iban IT 98U 06155 13000 000 000 037 519. Va indicata come causale del bonifico “Terremoto Emilia 2012″. Invitiamo gli Associati e tutti coloro che possono, comprendendo la gravità di quanto accaduto, ad un gesto di solidarietà”. Sembrano terre bombardate da un raid aereo: ovunque ti volti ci sono case crollate, capannoni sfondati, cumuli di macerie; attrezzature, serre, stalle, impianti fotovoltaici distrutti, con gravissime perdite per il patrimonio e l’attività aziendale. Intanto è corsa contro il tempo per rispettare i tempi della raccolta, gli imprenditori sollecitano le verifiche di agibilità che tardano ad arrivare. Si cerca di mettere in salvo i macchinari agricoli per continuare a lavorare. Tra una ventina di giorni inizia la raccolta del grano, ancora prima quella di meloni e cocomeri. Il problema non è solo reperire i macchinari per la raccolta ma anche dove stoccare il prodotto. “Molti magazzini sono inagibili – fanno sapere dalle sedi territoriali di Confagricoltura – gli agricoltori non sapranno dove portare il mais”. Ad essere colpita è una parte vitale del sistema agro-alimentare italiano. “Bisogna subito togliere l’Imu sui fabbricati rurali strumentali – conclude Chiesa – e servono anche politiche nazionali per la ripresa: non servono solo soldi, si deve snellire la burocrazia per permettere agli imprenditori di ricominciare a lavorare. Serve un atto di solidarietà nazionale per queste zone così duramente colpite e per un’agricoltura che di questa terra è tra le principali risorse. Sarà importantissima anche un’azione mirata del sistema bancario, perché le imprese che hanno visto andare perduto il loro patrimonio di beni strumentali possano ripartire”.

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