Servizio di Autoimprenditoria
“esportato” a Reggio Emilia

Il modello piacentino del servizio di Autoimprenditoria della Provincia di Piacenza “trasferito” a Reggio Emilia. Da un anno, infatti, in un’ottica di scambio di buone prassi tra Centri per l’Impiego, la Provincia di Piacenza e quella di Reggio Emilia collaborano nel trasferimento del modello dai Centri per l’Impiego (Cpi) piacentini a quelli reggiani. Il percorso ha visto coinvolti gli operatori dei Centri per l’impiego di Reggio Emilia in diversi momenti formativi e informativi che hanno portato alla definizione di un modello che, se pur trasferito da Piacenza, fosse applicabile alla realtà reggiana. La formazione, curata dai referenti dello sportello Autoimprenditoria della Provincia di Piacenza, ha consentito agli operatori di tracciare delle linee guida per iniziare un’attività di supporto all’autoimpiego anche presso i Centri per l’impiego di Reggio Emilia. Lo scambio di buone prassi tra i Centri persegue l’obiettivo di rafforzare la capacità delle Province di favorire l’occupabilità e il miglioramento e riconoscimento delle competenze dei lavoratori. Il servizio Autoimprenditoria è il primo dei modelli presi in esame, ma in una logica di rafforzamento e consolidamento dei servizi per l’impiego provinciali lo scambio di buone prassi vedrà coinvolti i Centri per l’impiego nel confronto tra i diversi modelli organizzativi e nell’elaborazione di proposte congiunte anche in relazione alle forme di cooperazione tra pubblico e privato. Giovedì 31 maggio, a questo proposito, gli operatori dei Centri per l’impiego di Reggio Emilia faranno visita nuovamente al servizio Autoimprenditoria della Provincia di Piacenza.

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Il quadro odierno della crisi economica e sociale attraversa “strategicamente” il tema del Mercato del Lavoro e gli strumenti di accessibilità allo stesso da parte di chi cerca lavoro. I dati occupazionali oggi non sono positivi non solo per la perdita del posto di lavoro da parte di soggetti occupati ma anche da parte di giovani che, in questo periodo, cercano di accedere al mercato del lavoro. In tale contesto si assiste ad un ritorno di attenzione sia a livello nazionale che comunitario, al tema della creazione d’impresa e dell’autoimpiego nei processi di “job creation”. Parlare di creazione di impresa nel corso di una delle peggiori crisi economiche degli ultimi decenni può apparire strano, ma per tanti lavoratori che hanno perso il loro posto a seguito di ristrutturazioni aziendali o di chiusure di imprese, spesso aprire un’attività autonoma è l’unico sistema per garantirsi un reddito. Ma avere un’idea imprenditoriale e diventare imprenditori non è un passaggio elementare. Occorre aver presente i rischi di impresa, accedere a finanziamenti, possedere capacità personali e professionali. E’ sempre più importante che i soggetti che decidono di avviare un’attività in proprio possano avere accesso a servizi di orientamento e accompagnamento alla creazione d’impresa. La Provincia di Piacenza ha presente questa esigenza e da diversi anni attraverso il  servizio di supporto all’autoimprenditorialità e all’autoimpiego cerca di fornire risposte a tutti  ma  soprattutto alle fasce deboli, come disoccupati, donne, giovani, occupati a rischio del posto di lavoro, occupati con contratti a termine o atipici (alle dipendenze o parasubordinati). «Scopo del servizio – ha spiegato l’assessore alle Politiche del Lavoro Andrea Paparo – è far nascere imprese con una maggiore possibilità di sopravvivenza e sviluppo, fare cioè in modo che i neoimprenditori siano preparati ad affrontare le criticità dei primi anni, in cui è in gioco la sopravvivenza stessa dell’impresa, avendole già affrontate a livello di calcolo economico e di valutazione di business plan. Inoltre, per chi è destinato a un precoce insuccesso, il servizio è fondamentale per la presa di coscienza dei fattori economici che sconsigliano la nascita della nuova impresa». Lo sportello provinciale Autoimprenditoria segue l’aspirante imprenditore, offrendo attività di orientamento, informazione, consulenza e formazione per la creazione del piano economico (che in seguito viene sottoposto a validazione ), tutoraggio per i primi cinque anni di attività della neoimpresa, sostegno nell’accesso a finanziamenti pubblici, cicli informativi/formativi di Responsabilità Sociale d’Impresa . La Provincia ha siglato accordi con altri soggetti privati per migliorare le condizioni di accesso al credito di coloro che hanno idee imprenditoriali sostenibili nel tempo. L’attività svolta in questi anni è diventata un modello preso in esame da Centri di Ricerca (Cersi e Politecnico di Milano) e da altre Province.