Il Grana Padano è il formaggio dop più consumato al mondo. Il 2011 ha fatto registrare il record storico di oltre 4.500.000 forme prodotte, un incremento del 7,2% circa che si aggiunge all’ottimo andamento delle esportazioni, cresciute ancora di circa il 5% arrivando a circa 1.400.000 forme. Ma a fronte di questi dati positivi, non corrisponde certo maggiore rimuneratività per le nostre aziende agricole.
“Purtroppo sottolinea il presidente dell’Associazione Piacentina Latte Fabio Minardi, proprio in questi giorni, assistiamo a prese di posizione assurde da parte dei nostri industriali. I prezzi proposti pare siano di 37 centesimi, ben 4 in meno rispetto al prezzo di riferimento pagato fino al 31 marzo scorso, per un litro di latte. Spero vivamente che siano solo “voci di piazza” perché se così non fosse significherebbe che tutta quella intenzione di valorizzare le nostre produzioni e il nostro Grana Padano sono solo “belle parole” a cui però non seguono i fatti”.
Per portare esempi concreti, Granarolo il cui latte ritirato viene destinato al mercato del fresco ha proposto prezzi che sfiorano i 40 centesimi ai propri conferenti e i nostri industriali per il Grana Padano ci offrono 37 centesimi?
“Così di certo non si può andare avanti, ribadisce il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi; significa voler far scomparire le aziende agricole e una nostra eccellenza. Ma a che gioco giochiamo? I costi di produzione aumentano, gli investimenti per proseguire sulla strada della qualità sono in costante crescita; a questo proposito si è appena chiuso il bando della filiera del latte previsto dal piano di sviluppo rurale; ma il reddito diminuisce in continuazione. Con un prezzo del genere le nostre aziende chiuderanno nel giro di 6 mesi. A questo punto ci chiediamo come faremo a produrre Grana Padano? E gli industriali piacentini produttori di Grana, che tanto parlano della convenienza e della qualità del latte piacentino dove troveranno il prodotto? Forse i consumatori dovranno accontentarsi delle tante imitazioni di cui è pieno il mercato… Ma poi che nessuno provi ad accusare gli agricoltori di aver chiuso le stalle, perché di certo anche noi dobbiamo vivere e non possiamo continuare a produrre in perdita”.
“Vorrei fare solo un semplicissimo esempio, prosegue Minardi. Ognuno di noi spende 1 euro per una tazzina di caffè il cui contenuto è di circa 0,03 litri (circa 30 millilitri), ma gli industriali propongono a noi allevatori 37 centesimi, ossia circa 1 terzo, per 1 litro di latte, (1000 millilitri di latte). Penso non servano altri commenti….
“Se davvero tutti vogliamo mantenere il sistema allevatoriale in vita, conclude Bisi, e la produzione del nostro formaggio principe nella nostra provincia, sicuramente occorre maggiore assunzione di responsabilità e soprattutto la volontà vera di non distruggere un comparto”.