Mondialità, incontro tra 130 ragazzi da sei Paesi del mondo

Dal 16 al 23 luglio 130 ragazzi di sei Paesi si incontreranno a Veano nel segno della mondialità. L’appuntamento è giunto alla terza edizione e ogni anno porta sul nostro territorio giovani da tutto il mondo per un confronto su diversi temi, con un unico obiettivo: il dialogo interculturale e la costruzione della pace. Se l’argomento al centro delle prime due edizioni è stato “Differenza, accoglienza, diffidenza”, quest’anno materia di confronto sarà la frase “Contro la fame camb_Io la vita”. Sarà questo l’oggetto delle riflessioni dei tanti giovani provenienti da Italia (Milano, Veneto, Piacenza), Israele, Palestina, Egitto, Polonia, Amazzonia. Altra novità della mondialità 2012: lo scambio culturale Piacenza Bangladesh che vedrà protagonisti alcuni ragazzi piacentini, alla partenza il 25 agosto, fino al 5 settembre. Nuova anche la lotteria della mondialità che – insieme alla cena alla Formec Biffi di San Rocco del 24 maggio prossimo – avranno lo scopo di raccogliere fondi per finanziare l’iniziativa. Per prenotarsi basta chiamare i numeri 0523-517114 (Carla Eccher) o 3477028310 (Barbara Camoni) o le segreteria delle parrocchia di Roveleto, Cadeo e Fontana Fredda (don Umberto Ciullo). Confermata la “miniolimpiade della pace”, giornata dedicata allo sport che sarà ospitata dalla Formec Biffi di San Rocco al Porto nel corso della settimana della mondialità. Anima di tutte le iniziative è l’associazione pontenurese “A gonfie vele”, con: Coni, Pontificio istituto missioni estere (PIME) e le parrocchie di Pontenure e Cadeo. Quello della mondialità è il progetto bandiera della Provincia che cofinanzia la settimana internazionale. Si è in attesa anche del contributo della Regione.

Radio Sound

Proprio la Provincia lunedì sera ha ospitato – con tantissimi relatori internazionali – la presentazione dell’evento 2012. Presenti: il presidente Massimo Trespidi, i sindaci Angela Fagnoni (Pontenure) e Marco Bricconi (Cadeo), Giuliana Rapacioli e Carla Eccher, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione “A gonfie vele”, il presidente del Coni Stefano Teragni, il console generale del Bangladesh a Milano Asad Alam Siam, Angela Calò Livnè, ebrea fondatrice del kibbutz Sasa, in alta Galilea e della fondazione Beresheet LaShalom – per educare alla pace attraverso le arti – e l’educatrice di giovani palestinesi Samar Sahar.

“Quello della mondialità – ha spiegato Trespidi – è un progetto a cui teniamo molto, uno dei più significativi e concreti per la diffusione della cultura della pace e dell’amicizia tra i popoli. Attraverso il confronto tra i giovani di tutto il mondo si potenzia e valorizza il dialogo, l’amicizia e la conoscenza reciproca, per abbattere pregiudizi e stereotipi e creare ponti necessari a costruire una pace duratura e al concreto sviluppo delle comunità. Ci aspettiamo il supporto di tutti. La costruzione della pace nasce dal cuore e si deve fare gesto concreto”. “Siamo molto orgogliosi – ha detto Rapacioli – nel cuore di questi ragazzi si è accesa una scintilla nuova. Dopo le prime due esperienze i nostri giovani hanno potuto dire ‘io c’ero ed è possibile’. E’ talmente possibile che il progetto è stato potenziato e gli italiani nella settimana della mondialità risiederanno stabilmente a Veano insieme ai giovani di tutto il mondo e un gruppo di ragazzi partirà per lo scambio culturale in Bangladesh a fine agosto”. Rapacioli ha spiegato che il tema della fame non è da collegare esclusivamente al cibo, ma anche alla giustizia, alla bellezza, alla trascendenza e si pone in continuità con la “città del futuro” costruita l’anno scorso. “Molti di questi ragazzi hanno conosciuto l’odio, la vendetta. La mondialità cerca di imprimere una svolta, abbattere le barriere e costruire ponti di dialogo” ha spiegato l’educatrice Sahar, che si è detta commossa dall’aver visto, l’anno scorso, “israeliani e palestinesi ballare insieme”. “Il nostro obiettivo – ha detto – è guardare avanti con fiducia per cambiare il mondo”. E, parafrasando una celebre frase di autore anonimo, ha detto: “Se c’è solo una cosa buona che possiamo fare siamo tenuti a farla, perché passiamo da questo mondo una sola volta”. “Dare ai ragazzi la responsabilità della costruzione del futuro è la cosa più bella che si possa fare per loro, che sono il popolo più grande e bello del mondo” ha sottolineato Calò Livnè. Anche lei ha ricordato con emozione i momenti insieme dei ragazzi israeliani e palestinesi e ha sottolineato “l’importante ruolo della politica” che – ha precisato – “se non può fare ciò che può fare l’educazione, può aiutare l’educazione a realizzare i propri sogni”. Ricordi toccanti li ha evocati anche Teragni (Coni) che ha citato la “consegna delle bandiere israelo palestinesi, legate insieme” alle miniolimpiadi della pace del 2011, ricordando che quest’anno l’iniziativa anticiperà – con l’identico spirito – le Olimpiadi londinesi, che si apriranno il 27 luglio. Teragni ha assicurato il sostegno del Coni anche per le future edizioni della mondialità.

Saluti anche dei sindaci Fagnoni (che ha definito la mondialità “un’occasione importante di incontro e condivisione”) e Bricconi (“dare voce ai ragazzi – ha detto – aiuta noi adulti a capire che sarebbe tutto più semplice, oltre ogni acredine, vendetta, caparbietà legata a posizioni superate e vetuste”). L’esempio bengalese può aiutare. Come sottolineato dal console Alam Siam: “In Bangladesh in un territorio molto piccolo, convivono cristiani, musulmani, induisti, buddisti, tribali. Noi facciamo esperienza del vivere insieme. E questo credo che possa aiutare”.