«Due terzi dei piacentini si sono già espressi scegliendo di non confermare la fiducia all’Amministrazione uscente e mostrando una chiara volontà di cambiamento». E’ già ripartita – senza essersi mai veramente fermata – la campagna elettorale del candidato sindaco Andrea Paparo, che, dopo aver costretto al ballottaggio il centrosinistra, ora si dice «certo di poter vincere al secondo turno».
I 16 punti di distacco non demoralizzano il candidato 38enne, tutt’altro. Ora si tratta di saper leggere la polarizzazione del voto che si avrà in vista del ballottaggio riuscendo a unire la voglia di cambiamento espressa dai due terzi della città che hanno deciso di non confermare la fiducia al centrosinistra. Partendo proprio da quegli elettori di centrodestra che, al primo turno, dando la partita per persa in partenza, avevano deciso di non recarsi alle urne, ma che ora, a risultato acquisito, non vedono l’ora di festeggiare la vittoria. «Il risultato del primo turno – osserva Paparo – segna la sconfitta del cerchio di potere che da dieci anni governa la città, che aveva impostato tutta la campagna sulla possibilità di vincere subito. E’ andata diversamente e loro hanno finito tutte le cartucce, tutto il loro sistema di interessi, nascosto dietro al volto umano di Dosi, lo hanno incassato al primo turno, mentre noi abbiamo il caricatore pieno di dee e progetti che siamo sicuri potranno interpretare la voglia di cambiamento espressa alle urne dai piacentini». «La vera partita – dice il candidato – inizia adesso e saranno i piacentini a scegliere da che parte sta il futuro della città». Da una parte c’è il sistema di potere che si è calcificato in questi dieci anni, dall’altra la trasparenza, il rinnovamento, l’efficienza, la partecipazione, la sicurezza e il cambiamento in meglio che, dice Paparo, «siamo certi di poter offrire ai piacentini».
«Due mesi fa – fa notare il candidato 38enne – i sondaggi lo davano al 54 per cento, abbiamo recuperato e la rimonta è appena iniziata. Il ballottaggio è tutta un’altra partita, adesso non ci fermiamo. Ora siamo io e lui: saranno le persone a guardarci in faccia e a scegliere, compresi quelli che non sono andati a votare e quelli che al primo turno hanno votato altri candidati, a partire da coloro che hanno votato Dosi e che non è detto – conclude Paparo – confermino la scelta».