La scuola materna San Giovanni di Croce Santo Spirito (Castelvetro) compie cento anni. E’ passato un secolo dal novembre 1912, anno in cui monsignor Giovanni Allegri fondò la struttura, che oggi conta 101 giovanissimi ospiti.
A sancire l’importante ricorrenza questa mattina, il vescovo della diocesi fidentina monsignor Carlo Mazza, affiancato dal parroco, don Mauro Manica. Presenti: il presidente della Provincia Massimo Trespidi, con l’assessore Patrizia Barbieri e il sindaco Francesco Marcotti insieme al comandante Vincenzo De Luca della stazione carabinieri di Monticelli e a un folto pubblico. All’appuntamento anche suor Gianna Vendoni Capitani e suor Emilia Camerino della congregazione Sant’Anna di Torino, la cui storia, fin dall’ottobre 1912 incontrò quella della comunità di Croce per volere dello stesso monsignor Allegri.
Dopo la messa delle 10 – animata dai canti e dal ringraziamento “corale” dei bimbi – è stato simbolicamente (visto il tempo) tagliato il nastro della nuova scala antincendio realizzata con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, quindi la professoressa Daniela Soresina ha presentato il suo libro: “Scuola Materna San Giovanni – cento anni di storia: 1912 – 2012”. Il testo ripercorre il secolo di vita della materna che nacque nella canonica – anche grazie all’apporto di Pierina Belli, di cui è in corso la causa di beatificazione – e venne trasferita nel 1934 in un edificio prospiciente, su un terreno frutto del lascito testamentario del canonico Pietro Rapari e della marchesa Veridiana Pallavicini.
Dal 1960 il parroco di Croce don Giuseppe Panini, avviò una serie di modifiche migliorative. Nel tempo le suore di Sant’Anna sono state costrette ad abbandonare, per il loro numero sempre più esiguo: dall’inizio degli anni 90 la scuola è condotta da personale laico. Dal 2006, anno della scomparsa di don Panini, l’amministrazione della materna è affidata a un gruppo di volontari del comitato scolastico di gestione. Sono: Vittorio Rubini, Dario Guglia, Giovanni Rotunno, Annamaria Stocchetti, Laura Pagani e Enrica Maldotti. Oggi la scuola materna è popolata da 81 bambini, divisi in 3 classi da 27 alunni, la “sezione primavera” (2-3) anni conta invece 20 bimbi.
Per i suoi cent’anni l’asilo ha ricevuto la benedizione apostolica del Santo Padre, che ha fatto pervenire un “saluto benaugurante” firmato dal segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone che ha ricordato la “generosa missione educativa della Chiesa” invocando nei suoi confronti un'”abbondante effusione di favori divini”.
Il messaggio è stato letto questa mattina in chiesa. Nella sua omelia il vescovo Mazza – commentando il vangelo di Giovanni sulla figura del “buon pastore” – ha parlato del «senso di responsabilità» che animò l’azione del fondatore, monsignor Allegri – uomo, ha detto, «calato nel presente e con lo sguardo orientato al futuro» che «seminò valori, convinzioni e buone prassi che sarebbero presto diventati il fondamento della comunità locale». Nella giornata mondiale delle vocazioni il prelato ha anche ricordato l’impegno dei sacerdoti, chiamati a operare in condizioni difficili e in una situazione di «bisogno estremo di vocazioni». E, mentre il primo cittadino Marcotti, negli interventi che hanno seguito la messa, ha sottolineato come – dopo un secolo – l’asilo di San Giovanni continui ad essere «bello, accogliente, ma soprattutto vivo», il presidente Trespidi ha rimarcato il valore di un «traguardo importante». «L’attività della scuola – ha aggiunto – è il segno ideale di una grande passione civile ed educativa». Il presidente ha ricordato le parole di monsignor Luigi Giussani, che disse: «Toglieteci tutto, ma non la libertà di educare», sottolineando come questa rappresenti la declinazione delle libertà della persona e delle famiglie. Per Trespidi l’asilo di San Giovanni «è un esempio concreto, significativo e lungimirante di cosa significhi sussidiarietà: un’opera sociale che nasce dal basso, da un movimento di popolo che si unisce e organizza per rispondere alle esigenze della comunità». «La Chiesa con le sue infinite opere sociali dimostra che non è assolutamente vero che i servizi pubblici sono solo quelli erogati dallo Stato». Il presidente ha anche ricordato la convenzione siglata dalla Provincia con la diocesi fidentina (analogo atto è stato sottoscritto anche con la diocesi di Piacenza-Bobbio) per «sostenere, anche economicamente, il ruolo pubblico e l’opera educativa e sociale degli oratori» e si è impegnato a «offrire sostegno» alla materna San Giovanni.
«Ricostruire la storia della nostra scuola – ha detto l’autrice del libro, la prof Soresina – «è stata un’esperienza emozionante e un’occasione per ripercorrere tappe di vita tra le sue aule». Il libro, dopo i contributi introduttivi, la storia e i suoi personaggi, dedica una sezione all'”albero dei ricordi”, una affettuosa raccolta di aneddoti degli ex scolari. E dire che – come ricordato dal vicesindaco Giancarlo Bossi nel presentare un’antica pubblicazione dedicata al fondatore – monsignor Allegri nel giorno del suo insediamento, nell’ottobre 1911, venne accolto con freddezza e ostilità. Forte il pregiudizio ideologico di taluni in quegli anni «politicamente burrascosi», fatti di «lotte di classe, propaganda sovversiva e anticlericale». Durante il tragitto a piedi dalla stazione alla canonica la prima cosa che gli balzò alla mente fu proprio la parabola del buon pastore». Quella parabola divenne la sua missione. Questa sera alle 21 la ricorrenza sarà celebrata anche in musica con un concerto lirico nella chiesa di Croce. Il coro “Ponchielli Vertova” di Cremona diretto da Patrizia Bernelich e Paolo Bottini all’organo interpreteranno musiche di Verdi, Ponchielli e Mascagni.