“Io Franco Spezia allo stadio non l’ho mai visto”. Non ci sta Marco Reboli, insieme al fratello Davide, storico capo ultras del Piacenza calcio, alle parole espresse dal curatore fallimentare per incitare i tifosi a seguire la squadra nella sfida decisiva di Bassano.
“Non si segue la squadra solo a San Siro. Io sono 50 anni che seguo il Piacenza e invito tutti a tornare allo stadio, a partire da Bassano” aveva detto Spezia. Ma a queste parole è scattata la reazione dei tifosi più intransigenti.
“Bisognerebbe che ognuno mantenesse la propria posizione. Anche perché io ero a Trieste e ringrazio il sindaco Roberto Reggi che ci ha messo a disposizione un pullman, e il curatore fallimentare non c’era così come tante altre volte” ha detto Reboli, che ha poi spiegato: “Era opera prioritaria di questa pseudonima associazione che vuole salvare il Piacenza il mettere in condizione i tifosi di andare a Bassano. Qui c’è gente che non deve parlare che si è impadronita della squadra”.
E ha poi aggiunto: “La tifoseria non è il curatore fallimentare e sapevamo già di andare a Bassano. In questo momento, visto che hanno raccolto dei fondi, era loro dovere mettere a disposizione 4 – 5 pullman per andare alla partita. Si tratta di una trasferta in un anno. Abbiamo domandato ma ci hanno chiuso tutte le porte. Han raccolto 20 mila euro, cosa puoi salvare? Al massimo pagare la bolletta della luce per il Piacenza calcio”.
Un’ennesima dichiarazione di “fede” da parte di Marco Reboli, che si è fatto portavoce di tutti gli ultras, forse esagerata, ma ormai esasperata dalle ultime vicende societarie. Infatti ha concluso: “Loro poi se ne andranno, mentre noi rimarremo anche il promozione. Loro invece sai dove andranno? A Rivergaro a mangiare il gelato”.