Martedì 24 aprile (dalle ore 22), al Tamaco di Fiorenzuola (via San Rocco 31) lo scrittore bolognese Gianluca Morozzi presenta Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen (Castelvecchi, 2011): a seguire, nel corso della stessa serata, Morozzi smetterà i panni dello scrittore e vestirà quelli di chitarrista, esibendosi insieme agli Street Legal, con un concerto-tributo a Bob Dylan.
Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen non è proprio un saggio, anzi, diciamo che, nonostante la presenza di Bob Dylan faccia perennemente da sottofondo alle vicende raccontate, e le tappe della sua lunghissima e sudata carriera vengano riproposte quasi in ogni pagina, Bob Dylan non è il protagonista della storia.
La vera, indiscussa protagonista è la vita, raccontata con sapiente ironia, con vera e propria passione per la comicità. L’ossessione di Lajos, il personaggio principale, per Bob Dylan ha origine da una confessione shock della madre: lui è il frutto di un fugace accoppiamento, durante il quale il leggendario Bob Dylan e la (un tempo) giovane madre di Lajos neppure si parlarono. E’ una nemesi, destinata a cambiare per sempre la vita di Lajos, che da quel momento in poi dedicherà gran parte del suo tempo alla celebrazione del culto, ideale e musicale, del celeberrimo padre. Non sono tutte rose e fiori per Lajos, in primo luogo perché la sua nuova fissa non sempre incontra il favore o la pazienza del prossimo, a cominciare dagli amici, che a volte arrivano a chiedergli cose come “Senti, ti dispiace non parlare di Bob Dylan per i prossimi 5 minuti?”, quando non gli capita addirittura di fare a botte, a stoica difesa del (è il caso di dirlo) nome del padre. Inoltre, la madre gli ha fatto promettere, con uno di quei giuramenti da responsabilità mica da ridere, di non rivelare a nessuno questa scottante verità. E tacere a volte può essere molto difficile.
Abbiamo un po’ di tutto: da scalcinati musicisti, a ex fidanzate completamente pazze, a extraterrestri che a volte non hanno niente di meglio da fare che sequestrarci, spogliarci e collocarci dentro un enorme tubo trasparente per poterci osservare. Quando non si appassionano ad altre vicende poco terrene ma molto terrestri, quali “Beautiful” e “Sex and the City”, per esempio. E che succederà quando Lajos incontrerà la bella Florence, una ragazza una volta tanto normale (così normale che lui, abituato ad avere a che fare con persone il cui comune denominatore pare la follia acuta, per un bel po’ si chiede perplesso, dando vita a un tormentone, dove stia la fregatura), ma che ha dei dubbi sul fatto che Bob Dylan sia ancora vivo? Ancora interrogativi cosmici, sull’universo maschile e quello femminile, su come comportarsi, su dove stia la rovina: nella possibile perdita del rapporto con la ragazza, o al contrario nel concretizzarsi del rapporto stesso in una relazione stabile?
Ambientato a Bologna, un piacevole sottofondo della città letteralmente “da bere” (e ci mancherebbe altro, con tutte le citazioni relative a bar, wine bar, osterie, aperitive dinner ) per turisti e cittadini trapiantati, ma anche una cordiale dedica ai bolognesi D.O.C. (bisogna abitare a Bologna da almeno 35 anni per capire perché un asse attrezzato viene rinominato “lo Stradone”).