Quando, lasciato il campo delle dispute su massimi sistemi, neologismi vari, traduzione in lingua straniera di parole italiane, si tornerà a parlare della politica che serve alla comunità locale, ci si dovrà per forza confrontare sul contributo che i piacentini continuano a pagare al Consorzio di bonifica, senza per altro trarne alcun beneficio diretto, sul quale è scesa una cappa di preoccupante silenzio», lo affermano Tommaso Foti e Marco Civardi, candidati del Popolo della Libertà.
«Non è un tema da poco conto sotto il profilo economico, solo che si pensi che nella Regione Emilia-Romagna quasi il 50% dei contributi di bonifica sono pagati dalla proprietà urbana, che non riceve benefici. Lo è ancora di più – continuano gli esponenti azzurri – a Piacenza dove le competenze sui diversivi attualmente esercitate dal Consorzio di Bonifica in luogo del Comune costringono i proprietari di immobili a dovere pagare anche questo tributo per un servizio per cui già pagano ad altro soggetto legittimato».
«Non ci si deve più chiedere fino a quando, prima ancora che legittimo, sia morale pretendere che i proprietari di immobile di Piacenza paghino due volte per lo stesso servizio – continua la nota di Foti e Civardi – ma si devono individuare concrete iniziative da porre in essere per impedire che ciò si perpetui».
” Nel secolo precedente – concludono i candidati del PdL – il Comune di Piacenza chiese di potere gestire i canali diversivi realizzati dalla Stato, ora affidati al Consorzio, il che avrebbe comportato un costo di gestione pari ad un cinquantesimo di quello che i proprietari di immobili oggi pagano al Consorzio. Dovremo attendere forse il prossimo secolo per vedere soddisfatta detta richiesta che oltre che di buon senso è di sostanziale giustizia ? “