Anpas, Croce Rossa e Il Cuore di Piacenza unite nelle preoccupazioni verso il progetto dell’Area vasta Emilia Nord. Si sono svolti oggi gli incontri con i rappresentanti di Comune e Provincia e i tre soggetti interessati per poter ragionare del progetto di accorpamento regionale delle centrali del 118. Primo punto di preoccupazione, l’esempio già sperimentato da altre provincie della Romagna, che ha portato, a loro dire, più svantaggi che funzionalità. Ma non solo, visto che, come hanno spiegato sia Paolo Rebecchi dell’Anpas e Domenico Grassi della Croce Rossa, “il servizio già funziona alla perfezione, con questo cambiamento non sappiamo quali problemi potrebbero sorgere”.
IL “NO” DELLA PROVINCIA – Fermo “no” del presidente della Provincia e presidente della conferenza socio sanitaria Massimo Trespidi al progetto, sostenuto dal servizio sanitario regionale, di una centrale operativa unica del 118 tra più province.
“Esprimo un giudizio estremamente negativo e preoccupato sul paventato accorpamento delle centrali del 118 – spiega il presidente – che ci vedrebbe, stando agli ultimi aggiornamenti che ho ricevuto, unificati a Parma per l’erogazione del servizio, in una posizione di assoluto svantaggio. Dovrebbero essere coinvolte nel progetto anche Reggio Emilia e Modena, ma in questa fase non è ancora ben chiara la loro posizione”.
“La riorganizzazione del 118 a livello regionale, per come mi è stata prospettata, ci trova in posizione convintamente contraria. I dati dimostrano che in quelle regioni che hanno provveduto all’accorpamento i risultati sono stati deludenti e, in alcuni casi, hanno anche avuto gravi conseguenze sulla qualità del servizio, tanto che alcuni sindacati hanno già presentato esposti in procura contro lo smantellamento delle centrali operative, è il caso del Confsal a Lodi, ad esempio.
Anche sotto il profilo dei costi, da alcune esperienze avviate in Romagna che mi sono state segnalate, emerge chiaramente che il risparmio è minimo, nullo o addirittura ha segno negativo”.
“Il provvedimento, inoltre, ancora una volta ci consegna a un ruolo subalterno a Parma, per noi inaccettabile, e impoverisce gravemente il servizio di qualità ed eccellenza che da sempre contraddistingue il nostro territorio e il lavoro del nostro volontariato. Un servizio di qualità – quello di gestione delle emergenze – che negli anni si è costruito grazie alla felice collaborazione tra pubblico e privato, alla presenza di personale di elevata competenza e a un volontariato attivo, vivace e ben formato, con investimenti ad hoc che l’ente pubblico ha scelto di erogare, per qualificare sempre più il settore. Con l’accorpamento il ruolo delle nostre risorse umane, ricercate e costruite negli anni, verrebbe drasticamente svilito”. “Ma c’è di più: il provvedimento appare doppiamente inaccettabile e senza senso alla luce delle prospettive introdotte dall’Unione Europea che da anni va nella direzione dell’introduzione del numero unico 112 per contattare i servizi di emergenza da qualsiasi località dei Paesi membri. In questo quadro l’accorpamento delle centrali del 118 avrebbe come unica prospettiva quella di dover presto rifare tutto da capo”.
“Lo abbiamo già sostenuto in altre occasioni – conclude Trespidi –: questo neocentralismo regionale ci lascia molto perplessi, tanto più se a rimetterci è la qualità dei servizi rivolti alla salute dei cittadini, di cui, come amministratori del territorio, siamo garanti. Non siamo disposti a indietreggiare di un millimetro rispetto alla posizione di qualità consolidata in questi anni”.