Oltre due anni di indagini hanno portato a scoprire una frode da 10 milioni di euro ai danni delle Ferrovie dello Stato: 24 le persone indagate, tutte responsabili di una serie di ditte con sedi nelle province di Novara, Alessandria, Biella, Torino, Genova, Milano, Piacenza, Bergamo. Sedici ditte sono indagate perche’ ritenute responsabili degli illeciti causate dai loro amministratori.
L’accusa e’ di traffico illecito di rifiuti, frode ai danni di enti pubblici, associazione per delinquere.
L’obiettivo dell’organizzazione era ‘gonfiare’ i costi dello smaltimento del pietrisco ferroviario, in particolare quelli relativi ai lavori alla stazione Stura (43.500 tonnellate) e a gli interventi a Porta Susa di Torino(55.600 tonnellate, di cui solo una parte trasportate). L’impianto di smaltimento era a Caltignaga, un paese a pochi chilometri da Novara.
L’inchiesta (i fatti contestati risalgono al 2009) era partita da un controllo casuale di una pattuglia del Noe (il Nucleo ecologico dei carabinieri) su uno dei camion che trasportavano il pietrisco verso Caltignaga. Una serie di irregolarita’ ha portato ad approfondire l’indagine, con la collaborazione della Guardia di finanza, e cosi’ e’ emersa la frode.
Tra le ditte indagate c’e’ la ‘Arfer’ di Alessandria, che risulta essere la titolare del contratto (stipulato nel 2005) con Rfi per lo smaltimento e la ‘Wtr’, la ditta che all’epoca dei fatti gestiva la discarica di Caltignaga. La Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto un sequestro preventivo di dieci milioni a carico delle imprese indagate