Eva Robin\’s sulle famiglie gay
\”Si pensi all\’amore, non alla genetica\”

Una dedica “a tutte le attrici che hanno interpretato delle attrici, a tutte le donne che recitano e a tutte le persone che vogliono essere madri”. “Tutto su mia madre”, il film capolavoro scritto e diretto nel 1999 da Pedro Almo­dóvar, rivive sul palcoscenico del Teatro Municipale di Piacenza martedì 3 aprile alle 21, per la regia di Leo Muscato.

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Dopo la morte del figlio, la madre Manuela decide di partire per Barcellona alla ricerca del padre di Esteban e suo ex compagno, una transessuale che vive a Barcellona. Arrivata nella città, la donna ritrova subito una sua vecchia e cara amica, Agrado, anche lei transessuale. Emblematico il suo personaggio. In un suo monologo racconta che il suo nome d’arte racchiude in sé il desiderio di alleviare le sofferenze altrui. Ad interpretarlo la grande Eva Robin’s

“Agrado sicuramente è cresciuta sicuramente nella seconda stagione dello spettacolo – commenta l’attrice – già nella prima si è rivelata piena di sentimenti preziosi. Mi ritrovo in molte delle sue caratteristiche. Anche nella mia vita personale mi dicono essere una portatrice di innovazione e libertà, che la gente di solito non si concede. Già sentire come la penso e l’avermi vicina aiuta”.

L’omosessualità e la visione poco tradizionale della famiglia, alcuni dei temi centrali dell’opera. “Condivido il concetto di famiglia non biologica e reinventata – prosegue Eva Robin’s – ma anche la ricostruzione di una nuova famiglia, come avviene in “Tutto su mia madre”, scegliendola per poter decidere se amare veramente una persona, non imposta. Dopo la perdita di mia madre, ho instaurato un rapporto filiale con persone che non erano miei parenti. È l’amore che fa la famiglia, non la genetica”.

A fondo pagina l’intervista audio completa.