Sabrina Impacciatore in \”E\’ stato così\”

La stagione di prosa del teatro Verdi prosegue domenica 25 marzo (ore 21) con lo spettacolo “E’ stato così”.

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Sabrina Impacciatore, diretta da Valerio Binasco, porterà in scena i sentimenti, le passioni, le speranze di una donna sola destinata a smarrire inesorabilmente la propria esistenza, e racconta la storia di un amore disperato e geloso, una confessione dettata dalla dolorosa lucidità di una moglie che per anni ha sopportato la relazione extraconiugale del marito.

“Natalia Ginzburg è per me tra i più importanti scrittori italiani – commenta il regista che già ha messo in scena dell’autrice Ti ho sposato per allegria e L’intervista -. Il suo scrivere ‘semplice’ e musicale arriva a toccare corde emotive fortissime, eppure la sua immaginazione poetica non è attratta dall’eccezionalità. È la grandezza della sua poesia a restituire grandezza umana a ‘piccoli’ personaggi, li consola di qualcosa che si potrebbe anche chiamare ‘il destino’. In questo modo le sue storie riguardano tutti noi”.

È stato così, pubblicato nel 1947, dopo la morte del marito Leone Ginzburg, torturato e ucciso per motivi politici e razziali nel carcere di Regina Coeli – è un ‘quasi esordio’ per la Ginzburg; il suo primo libro firmato. Ed è un romanzo dotato di una misteriosa cupa musicalità: “La sua protagonista senza nome – ancora con le parole di Binasco – è capace di attraversare tutta la sua tragedia con voce asciutta e dura, e tuttavia con un’ironia struggente e magicamente femminile”. Un testo che non richiede effetti speciali (che per necessità di prendere forma vede la collaborazione produttiva di Pierfrancesco Pisani, Parmaconcerti, Teatro della Tosse e Infinito srl), solo la sensibilità di una grande attrice e un regista che sappia far risuonare quelle corde sottili.

Per gli aperitivi culturali, domenica 25 marzo (ore 18, ingresso libero) al ridotto del teatro Verdi si terrà la presentazione di “Giallo matrigna”, con l’autore Silvio Raffo intervistato da Giuseppe Armani.

Il tema-base di “Giallo matrigna” è la perdita della memoria, un topos già presente in grandi mystery del passato: il protagonista è uno scrittore affermato che, il giorno della presentazione del suo ultimo libro (la biografia di una cantante non famosa ma molto particolare come personaggio) si accorge di aver cancellato dalla memoria le ultime ventiquattro ore. In questo lasso di tempo è stato compiuto un delitto. La vittima è proprio la cantante, Nita Landis.