Non si fermano i facchini della Gls di Montale. E per cercare di avviare, come promesso, il tavolo di confronto hanno deciso di continuare a manifestare. Non è ancora stato fissato luogo e orario – visto che oggi chiederanno al comune la disponibilità – ma sicuramente sarà sabato la nuova manifestazione a Piacenza, supportata da Cobas e Rifondazione Comunista. “Vogliamo capire perché la cooperativa continua a chiamare i lavoratori e poi non li fa entrare in azienda” ha dichiarato Mohamed Arafat, delegato dei Cobas a Piacenza e ormai storico organizzatore delle prime proteste sui diritti del lavoro dei facchini con la Tnt.
Più pragmatico il segretario nazionale dei Cobas Aldo Milani, il quale ha precisato: “Bisogna andare incontro ai candidati sindaco che, siccome sono in campagna elettorale, fino a Montale non vengono. Allora andremo noi in città, così saranno costretti ad ascoltarci”.
NOTIZIA del 20/03/2012: Minacce di morte ai lavoratori Gls, Cobas: “Pronti alla denuncia”
“Minacce di morte ai lavoratori, alle loro mogli e ai figli”. E’ il bilancio di una serata di ordinaria follia davanti ai cancelli della Gls Logistics di Montale dove, da qualche tempo, i facchini hanno installato un presidio permanente, in attesa di una trattativa che risponda alle loro richieste. Secondo le testimonianze (ascoltabili a fondo pagina) e la denuncia dei Cobas – che si sono dichiarati pronti entro i 90 giorni di tempo disponibili a presentarla in Procura – in serata alcuni dei cosiddetti “caporali” avrebbero avvicinato i lavoratori e li avrebbero minacciati verbalmente di morte. “Veniamo a casa vostra, picchiamo voi, le vostre donne e i vostri figli” oppure “se continuate a scioperare bruciamo voi e il vostro presidio”. Sono solo alcune delle intimidazioni subite dai lavoratori che, all’incirca verso le 21 di questa sera, hanno provato a chiedere di rientrare nei magazzini per lavorare. Un manipolo di dipendenti della Gls, una decina per la maggior parte di nazionalità albanese, avrebbe avvertito coloro che si sono affidati al sindacato Si Cobas di mollare la protesta, altrimenti sarebbero stati costretti a passare alle vie di fatto.
Venuti a sapere dell’accaduto, i delegati Cobas hanno quindi avvertito la polizia che, giunta sul posto, avrebbe identificato queste persone anche alla presenza dei dirigenti della Gls.
Una situazione che sembra sempre più essere scappata di mano, quella che sta andando in scena nel Polo Logistico piacentino: irregolarità segnalate, trattative mancate e minacce, fortunatamente per ora, solo verbali.
“Parlano di illegalità nostra perché facciamo gli scioperi, ma sono loro a difenderla all’interno di questi magazzini permettendo a dei criminali di offendere il decoro e minacciare la persona”. Non ha usato mezzi termini Fulvio Di Giorgio dei Cobas, nel commentare la presa di posizione congiunta di Cgil, Cisl e Uil dei giorni scorsi, contro le modalità con le quali il sindacato di base sta portando avanti le istanze dei facchini, e ha poi aggiunto: “I sindacati confederali dovrebbero saperlo, visto che firmano gli accordi, inquadrano i lavoratori in un certo livello ma poi non applicano la legge. Sembrano pagati per chiudere gli occhi, perché non vengono ad ascoltare i lavoratori?”. E sulla denuncia che il sindacato Cobas ha intenzione di sporgere ha chiarito i reati che, a loro dire, sarebbero riscontrabili: “Minacce, somministrazione abusiva di manodopera, evasione fiscale e contributiva e la riduzione in schiavitù”.
Presenti sul posto anche i rappresentanti di Rifondazione Comunista. Il segretario Roberto Montanari ha dichiarato: “Siamo nell’inferno della logistica. Credo sia assurdo che alcuni sindacati, tra i quali alcuni gialli, si schierino dalla parte dei caporali, attaccando e delegittimando i lavoratori dicendo che sono violenti. Bisogna stare attenti a legittimare i comportamenti dei mafiosi che sono dentro la logistica, che arrivano a minacciare i lavoratori e le loro famiglie di morte. E’ una vergogna per la nostra città”. Dello stesso avviso anche il consigliere comunale Carlo Pallavicini, il quale ha parlato di “una cosa di una gravità indescrivibile. Credo sia compito della futura amministrazione comunale intervenire con strumenti istituiti ad hoc per risolvere la situazione del polo logistico, che non può essere un territorio fuori dal tempo e precisamente nell’ottocento schiavista”.