La nona edizione della manifestazione “Piacenza Jazz Fest” torna sabato 17 marzo 2012 con il concerto “Speciale Antonello Salis”, in programma alle ore 21.15 al teatro “President” di Piacenza in Via Manfredi 30 (biglietteria serale dalle ore 20.00; posti numerati; biglietto intero euro 16 – Biglietto ridotto euro 13. Riduzione: under 20, over 65, Soci “PC Jazz Club”, allievi Conservatorio “Nicolini” di Piacenza, Soci “Qui Touring”).
Il festival accende i riflettori su un vero fuoriclasse del Jazz italiano, il fisarmonicista sardo Antonello Salis, che porta sul palco due distinti progetti: nel primo set, “Stunt”, Antonello Salis (pianoforte e fisarmonica) si esibirà in duo con Fabrizio Bosso (tromba, flicorno, elettronica), mentre nel secondo set, il progetto corale in quartetto “Giornale di Bordo”, Antonello Salis (fisarmonica, pianoforte, tastiere e voce) sarà affiancato da Paolo Angeli (chitarra sarda preparata e voce), Gavino Murgia (saxofono, flauto, bassu e voce) e Hamid Drake (batteria, tamburo a cornice).
Sul doppio concerto di Salis è puntato anche l’obiettivo fotografico dei partecipanti al workshop “Il mestiere del fotografo, dal sociale alla musica”, curato dal noto fotografo milanese Pino Ninfa e organizzato nell’ambito del “Piacenza Jazz Fest”. Il corso intensivo, riservato agli iscritti, si svolge da venerdì 16 marzo a domenica 18 marzo, con “quartier generale” al “Milestone” di Piacenza, sede del “Piacenza Jazz Club”. Il Jazz Fest piacentino è la cornice ideale per sviluppare l’aspetto fotografico legato alla musica, infatti, i corsisti potranno seguire il concerto da una prospettiva d’eccezione, attraverso tutte le fasi della sua realizzazione, dal sound check alla performance serale.
Antonello Salis inizia a suonare la fisarmonica a sette anni, in seguito si avvicina prima all’organo hammond e poi al pianoforte, studiando da autodidatta. Dal 1978 è protagonista in piano solo e fisarmonica, in Italia e all’estero, ospite dei maggiori jazz festival. Salis ha all’attivo un percorso musicale ormai trentennale ed è oggi uno dei maggiori esponenti del jazz italiano e non solo, vantando esperienze di assoluta importanza e collaborazioni eccellenti: Enrico Rava, Paolo Fresu, Furio Di Castri, Stefano Bollani, Roberto Gatto, Riccardo Fassi, Pino Minafra, Paolino Dalla Porta, Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso, Paolo Angeli, Javier Girotto, Lester Bowie e l’Art Ensemble Of Chicago, Don Cherry, Don Pullen, Ed Blackwell, Billy Cobham, Horacio “El Negro” Hernandez, Han Bennink, Nana Vasconcelos, Cecil Taylor, Pat Metheny, Joey Baron, Bobby Previte, Hamid Drake, Bobby Watson, Minino Garay, Richard Bona, Linley Marthe, Francis Lassus, Joel Allouche, Antonio Jasevoli, Gavino Murgia, Gèrard Pansanel, solo per citarne alcune. Con Fresu e Di Castri fa parte del “PAF Trio”, con cui incide Morph; in solo incide Orange Juice, Nice Food, Salis!, Pianosolo; e ancora Lester (con Nanà Vasconcelos), Keys And Skins (in duo con Joey Baron), Il Vino all’Opera (co-leader Furio di Castri), Stunt (con il trombettista Fabrizio Bosso) e vari CD con il chitarrista francese Gèrard Pansanel. Nel corso della sua lunga carriera ha ottenuto vari riconoscimenti a livello europeo e internazionale, tra i quali ricordiamo il “Django d’or” 2005 per l’Italia.
Il Cd “Stunt” (Parco della Musica Records, 2009), è il primo lavoro in studio di Salis e Bosso, un duo che ha sempre ottenuto ottimi consensi di pubblico e di critica e rappresenta un incontro tra ciclopi, in cui armonia, ritmo, melodia e consonanza sono spazzate via nel giro di un’ora e poco più di vorticose improvvisazioni. Fabrizio Bosso e Antonello Salis: a pensarli vicini, sullo stesso palco, non ci si crederebbe, invece eccoli lì, insieme nella formazione a due, faccia a faccia. D’altronde la musica è piena di riferimenti e riflessioni esposte da musicisti che hanno mescolato le carte, hanno dimostrato che non esistono classificazioni e barriere. La solidità tecnica, l’intensa interpretazione dei due, l’avvicendarsi del virtuosismo del trombettista e dell’espressione deflagrante e viscerale del pianista permettono loro di scavare in una varietà di suoni: le improvvisazioni sono estreme ma sempre molto musicali, la vividezza dei contrasti si fa più viva nelle pagine già note (Body & Soul, Caravan) e nelle canzoni come Roma nun fa la stupida stasera. Salis esegue, improvvisa, fa dell’estemporaneità una poesia e Fabrizio con la sua tromba ha uno sguardo rispettoso del passato, che non è mai nostalgico e una visione febbricitante della modernità che desta entusiasmo. L’immaginazione, l’estro, l’idea di quotidianità come confortante banalità: il duo stupisce per estro, interplay, capacità di affrontare materiali ora più vicini al jazz, ora alla musica contemporanea, alle canzoni, ai sapori mediterranei e anche oltre (si veda la messicana Bésame mucho). Il Jazz è un linguaggio universale, in cui le diverse componenti si fondono. Così come particolarmente omogenea appare la capacità dei due musicisti di improvvisare e restituire una musica obliqua e viscerale, concepita da Antonello e Fabrizio, riuniti eccezionalmente in questo inedito duo.
Fabrizio Bosso ha iniziato a suonare la tromba a cinque anni e a quindici era già diplomato al Conservatorio “G. Verdi” di Torino. Coltivando di continuo gli interessi per la musica di estrazione colta si è accostato al Jazz. Tecnicamente impeccabile, ciò che più colpisce di Fabrizio è la creazione di una grafia personale, in cui il colore e la dinamica del suono non sono mai scontati, il senso dello swing è spinto agli eccessi, la tensione creativa è costante anche nell’interpretazione di standard. Oltre ad aver svolto attività concertistica sotto la direzione di George Russell, Mike Gibbs, Kenny Wheeler, Dave Liebman, Carla Bley e Steve Coleman, è stato ultimamente reclutato da Charlie Haden per alcune tappe del tour promozionale del nuovo album della “Liberation Music Orchestra”. Nel 1999 viene votato come “Miglior Nuovo Talento” del Jazz italiano dal referendum della rivista “Musica Jazz” e negli anni collabora stabilmente nei gruppi di Salvatore Bonafede, Giovanni Mazzarino ed Enrico Pieranunzi. Fonda, assieme a Scannapieco, gli “High Five”, suona in duo con Rossano Sportiello in un omaggio ad Armstrong, in trio con D’Andrea e Petrella, nel suo quartetto con Mannutza, Bulgarelli e Tucci e incide diversi progetti come leader e co-leader. Fortunata anche la collaborazione a fianco di artisti confinanti con l’estetica jazz, come Sergio Cammariere e Nicola Conte. Il suo esordio per la Blue Note Italia è You’ve Changed del 2007.
Il cd “Giornale di Bordo” (produzione originale S’Ardmusic e Jazz in Sardegna, distribuzione Egea) è l’incontro interfacciale di quattro grandi artisti di fama internazionale come Antonello Salis, Gavino Murgia, Paolo Angeli e Hamid Drake: cittadini del mondo, musicisti ed amici, che qui si ritrovano in totale libertà, riportando l’eco di suoni ancestrali e futuribili, i colori, la terra, le loro vite in musica, un intento condiviso, una storia da raccontare. Specchio di mare: vento, smog metropolitano, sole, isola, viaggio, ritorno e partenza, pini di aleppo e salsa chili. Musica a onde. Un risultato inedito ed esplosivo, che raccoglie per la prima volta dal vivo e nel disco le immagini e i colori inediti dell’universo musicale di quattro forti personalità, che hanno già all’attivo interazioni in duo e trio. Il chitarrista Paolo Angeli riconosciuto come uno dei nuovi talenti europei e il pianista e fisarmonicista Antonello Salis, una carriera artistica pluritrentennale costellata da riconoscimenti internazionali, suonano in duo da diversi anni sui palcoscenici europei ed internazionali. Antonello Salis con Gavino Murgia, talento indiscusso della nuova scuola europea d’improvvisazione e uno dei più attivi ricercatori di musica di confine tradizionale sarda, s’incontrano musicalmente in duo. Ricordiamo anche il Paolo Angeli – Gavino Murgia – Antonello Salis Trio. Paolo Angeli ed il batterista e percussionista Hamid Drake suonano insieme da tempo, collaudati in Italia, Europa e USA. A inizio millennio formano con l’aggiunta di Antonello Salis il “Cosm Trio”.
La manifestazione “Piacenza Jazz Fest” si fregia del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è organizzata dall’Associazione culturale “Piacenza Jazz Club”, con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Regione Emilia-Romagna, del Comune e della Provincia di Piacenza e l’adesione di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio,
Il festival torna venerdì 23 marzo, al “Milestone” di Piacenza, con il quarto appuntamento della rassegna “Jazz Club!”: Tchicai – Fewell – Gartmayer Trio (ore 22.00).