Alla Gls di Montale cala la tensione ma i problemi sono ben lontani da essere risolti. Dopo il blocco dei cancelli dell’altra sera, oggi le forze dell’ordine hanno rotto il presidio dell’azienda e una delegazione del sindacato Si Cobas, insieme all’assessore comunale Ignazio Brambati e al funzionario dell’assessore provinciale al Lavoro Maurizio Mantovani hanno cercato di ricucire lo strappo tramite i delegati della ditta di logistica.
Ma la posizione dei vertici Gls rimane rigidissima, anzi, rischia di creare un caso, visto che non si era registrato questo atteggiamento neppure per l’analoga vicenda riguardante la Tnt di Le Mose.
Dopo non aver rispettato gli accordi preliminari, fissati con il sindacato pochi giorni fa, la ditta ha infatti deciso di trasferire il lavoro in altri stabilimenti della compagnia lasciando, di fatto, senza lavoro i settanta dipendenti.
Una decisione stigmatizzata da Aldo Milani dei Si Cobas, il quale però non ha esentato dalle critiche gli altri sindacati: “Cgil, Cisl e Uil permettono che queste cose avvengano e fa comodo alla Gls e quindi, nella pratica, l’azienda non vuole che entri nella partita un sindacato come il nostro che vuole far applicare il contratto nazionale. Che tra l’altro hanno firmato Cgil, Cisl e Uil ma che non fanno rispettare”.
Alla conclusione della trattativa Brambati ha dichiarato che presto la Provincia convocherà un tavolo di confronto in Prefettura, anche se l’annuncio era già stato fatto da parte dell’assessore ed era poi caduto nel vuoto (in quel caso sarebbe dovuto avvenire in Provincia con l’assessore Andrea Paparo).
Staremo a vedere, nel frattempo la Gls Logistics rimarrà chiusa, nonostante il lavoro non manchi ed i facchini siano disposti a tornare in magazzino, previo rispetto dei propri diritti. “Una chiusura illegale. E’ come fosse un licenziamento non permesso dalla legge” ha chiosato sempre Milani dei Si Cobas.