Ritornano le avventure di Ranocchio e dei suoi amici, tra giochi, curiosità e piccole domande esistenziali. Presentato a gennaio per le famiglie, lo spettacolo di Teatro Gioco Vita “Ranocchio”, dedicato ai bambini dai 2 ai 5 anni, sarà in scena a Piacenza per gli asili nido e le scuole dell’infanzia da lunedì 19 a venerdì 23 marzo 2012, sempre alle ore 10, all’Officina delle Ombre. Le recite sono inserite nella Stagione di Teatro Scuola 2011/2012 “Salt’in Banco” proposta da Teatro Gioco Vita – Teatro Stabile di Innovazione con Fondazione Teatri e Comune di Piacenza – Assessorato alla Cultura.
“Ranocchio” è tratto dai libri illustrati di Max Velthuijs, uno dei più celebrati autori e illustratori per l’infanzia al mondo. La regia è di Fabrizio Montecchi, che ha curato anche l’adattamento teatrale insieme a Nicola Lusuardi, le scene sono di Nicoletta Garioni, le sagome di Federica Ferrari, le musiche di Michele Fedrigotti e i costumi di Sara Bartesaghi Gallo. In scena Marco Ferro e Valeria Sacco, con Maddalena Maj alle luci.
Candido e ingenuo, Ranocchio guarda il mondo con gli occhi sempre aperti, anzi, spalancati. Tutto intorno a sé lo sorprende, lo riempie di stupore, lo incuriosisce. Ranocchio ha tanti amici: Anatra, una dolce e amorevole compagna di giochi; Porcellino, un placido amante della casa e della buona cucina; Lepre, un intellettuale che ha sempre una risposta a tutto e Topo, un avventuriero tanto intraprendente quanto generoso. Insieme affrontano le grandi domande che i piccoli drammi di ogni giorno pongono loro. A tutti questi dilemmi esistenziali Ranocchio e i suoi amici riescono sempre a trovare una risposta positiva. Un merlo trovato nel prato è l’occasione per interrogarsi sul mistero della morte e la necessità di celebrare la gioia di essere vivi. Il mal d’amore provato da Ranocchio è lo spunto per riflettere sul dolore e sulla felicità che da esso ne scaturisce. Uno spavento notturno rende inevitabile un’indagine sul tema della paura vera e della paura di aver paura.
Con parole e immagini di grande forza ed essenzialità le vicende di Ranocchio e dei suoi amici, grazie a uno humour gentile, ci confortano e ci trasmettono una grande voglia di vivere. Lo fanno parlando di sé ma nel fare questo ci parlano anche di noi. Di noi che siamo grandi e ancora non sappiamo sempre accettarci ma, anche e soprattutto, di chi grande lo deve diventare e si misura ogni giorno con i problemi che il proprio crescere nel mondo comporta.
In “Ranocchio” le figure di Max Velthuijs e le sue parole sono state staccate dal loro contesto originario per farle vivere sullo schermo del teatro d’ombre, trasformate con leggerezza e poesia in delicate storie animate