Un inizio alla grande per l’edizione 2012 di “Piacenza in tavola”, la rassegna gastronomica che la confraternita piacentina dei Grass organizza dal 2007 per accogliere “il risveglio dei sensi” primaverile: al primo appuntamento di venerdì 24 febbraio più di ottanta persone si sono sedute ai tavoli del ristorante Villa Giarona di Pontenure per assaggiare il menù a base di tartufo di Pecorara e dell’Alta Val Tidone.
E’ stata la terza volta che “l’oro nero” della Val Tidone è protagonista della rassegna: come accaduto nelle precedenti occasioni, anche ieri alla degustazione nella magnifica cornice di Villa Giarona di Pontenure è stato abbinato un momento di approfondimento culturale con l’intervento di Giorgio Sandrinelli, presidente della sezione piacentina dell’Associazione Tartufai. «Il tartufo raccolto nelle valli piacentine – ha rimarcato Sandrinelli nel proprio intervento – ha caratteristiche assolutamente analoghe a quelle degli altri tartufi raccolti nel resto d’Italia, con delle specificità proprie legate al particolare microclima. (…) La raccolta del tartufo è un’attività che ha come valore aggiunto la protezione dell’ambiente boschivo e per cui andrebbe ulteriormente tutelata. Invito chi ha dei terreni che vuole piantumare ad utilizzare piante appositamente micorrizata, cioè preparate in modo tale da produrre tartufi».
E’ stata poi la volta di Alessandro Perini, delle Cantine Quattro Valli e Il Poggiarello, che ha presentato i vini Brut Perini & Perini, Chardonnay Il Poggiarello, Gutturnio Valandrea e la Malvagia in abbinamento con i piatti. «L’abbinamento tra vino e tartufo non è facile, ma come sempre i vini naturali e di buona fattura accompagnano senza sovrastare i cibi anche più rari. (…) L’enologia piacentina ha ancora molto potenziale inespresso che può essere colto a patto di vincere la frammentazione con cui si produce oggi in provincia».
Per quest’edizione la scelta è stata quella di promuovere il “chilometro zero”. Protagonisti delle serate, dopo il tartufo, saranno quindi i prodotti del Piacentino: il tutto, però, senza cadere in atteggiamenti da “talebani” della tavola perché «le ricchezze del territorio in cui si vive sono il primo patrimonio culturale, tradizionale e gastronomico a cui attingere – ha sottolineato Edoardo Favari, Gran Priore della confraternita – anche se questo non deve farci cadere in un inutile e pervicace “campanilismo gastronomico”». «Un aspetto che ci inorgoglisce ulteriormente è che l’organizzazione della rassegna avviene sostanzialmente “paperless”, ovvero senza stampe, volantini e affissioni, ma con un passaparola digitale basato su sito internet, mailing list e social networks: chi vuole restare informato sulle attività della nostra associazione ci cerchi su internet!».
L’edizione 2012 proseguirà venerdì 9 marzo 2012 con una “cena dei bolliti”: «In questi tempi di crisi è tipico di noi Grass andare a riscoprire cibi dimenticati – spiega Marco Zaccarini, tesoriere dei Grass e organizzatore dell’evento -, come lo strepitoso ma sottovalutato carrello dei bolliti, uno “scrigno” di parti gustose come testina di vitello, lingua, piedino di maiale e altre che negli ultimi vent’anni sono quasi scomparse dai menù dei ristoranti a favore della cultura del “filetto sempre” ».
Anche il successivo appuntamento organizzato per venerdì 23 marzo, la “Cena delle birre di pianura”, farà conoscere una realtà vivace e in crescita, forse non tradizionale come altre del Piacentino ma sicuramente meritevole di attenzione: «Si tratta del movimento dei microbirrifici, diffusosi in Italia nell’ultimo decennio – spiega Favari – con una qualità delle birre che nulla ha da invidiare a Paesi come Germania e Inghilterra». Una visita a un microbirrificio e una degustazione a base di birre prodotte in loco con prodotti in abbinamento sarà quindi la tappa del 23 marzo di “Piacenza in tavola”.
Venerdì 27 aprile tocca alla “Cena del Grande Fiume”, con tappa lungo le rive del corso d’acqua cantato da Zavattini e Guareschi (che teneva a sottolineare che “il Po nasce a Piacenza e fa benissimo..”): «Il fiume Po è da sempre una componente fondamentale dello scenario gastronomico della Pianura padana – commenta Francesco Ferrari, promotore dell’evento -. L’organizzazione di questo evento all’interno della rassegna è una sfida perché richiede una riflessione sul significato di “chilometro zero” da applicare al Grande Fiume. Chi verrà vedrà! ».
Chiusura domenica 13 maggio, infine, con la gita “Tra cantine e mulini” che prevede alle 11 una visita al Mulino del Lentino, in Val Tidone, seguita da un pranzo conviviale e da una visita a una cantina locale. Per partecipare a tutti gli eventi è obbligatorio contattare, senza impegno, il 334 7456248 o l’indirizzo e-mail igrass@igrass.it. Informazioni dettagliate sono visibili sul sito www.igrass.it