Visita guidata speciale alle collezioni artistiche Alberoniane

Domenica 11 marzo 2012 in occasione dell’iniziativa intitolata Cibo e Sacro promossa e organizzata da Rotary Club Valli del Nure e della Trebbia e Accademia Gastronomica Maria Luigia, con inizio alle ore 17.30 in Sala Arazzi, che prevede l’intervento del filosofo Gaspare Mura sul tema, a cui seguirà un buffet, a cura dell’Accademia, vero e proprio percorso attraverso i piatti rituali dell’Islam, dell’Ebraismo e del Cristianesimo, (ingresso esclusivamente tramite biglietto reperibile presso Libreria Fahrenheit via Legnano 16, Edicola Ghioni Piazzetta San Francesco e Accademia Maria Luigia 3295641327) la Galleria Alberoni propone a tutti gli interessati, alle ore 16, e con conclusione prima dell’inizio della suddetta iniziativa, una visita guidata speciale alle collezioni artistiche alberoniane che, oltre ad accompagnare il pubblico nell’itinerario abituale di visita, offrirà, in sintonia con l’evento suddetto, un originale percorso di scoperta delle opere d’arte sacra, di quelle legate al tema del cibo e di quelle che connettono in modo suggestivo le due dimensioni in rappresentazioni di grande impatto visivo.

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Il sacro nelle raccolte alberoniane

Se numerosi sono i quadri di genere nella collezioni d’arte del cardinale Giulio Alberoni, marine, paesaggi, nature morte, non mancano certamente opere d’arte sacra: ricordiamo la grandiosa rappresentazione dell’episodio evangelico della Cacciata dei profanatori dal tempio commissionata dal cardinale a Giovanni Paolo Panini (1691-1765) per fare da pendant all’intenso dipinto che narra l’episodio della Probatica piscina, opera di Domenico Maria Viani (1668-1711) e proveniente dalle collezioni del cardinale d’Adda, e ancora il Miracolo di San Turibio che divide le acque di un fiume, realizzato dopo la canonizzazione del santo avvenuta nel 1726.

Delle collezioni piacentine del cardinale Alberoni fanno parte due grandi dipinti seicenteschi custoditi in pinacoteca entrambi di scuola lombarda: la Madonna con San Francesco, San Rocco, San Domenico e San Carlo e le Anime purganti (all’interno del quale sacro e cibo sono già congiunti nella piccola figura di sacerdote colto nel momento della consacrazione del pane). Sempre in Pinacoteca spiccano due ottimi dipinti l’uno di mano di Sebastiano Martinez (1602-1667), uno dei più importanti artisti della Scuola di Siviglia, che raffigura San Francesco in meditazione, e l’altro, il Martirio di San Sebastiano, del cesenate Cristoforo Serra (1600-1689)

Tra gli altri numerosi dipinti a soggetto sacro non possiamo non citare il bellissimo San Pietro che piange di Guido Reni (1575-1642), il San Giuseppe ritratto dallo Spagnoletto (1588-1660), oltre alle numerose preziose e delicate Madonne con bambino.

Il cibo nelle raccolte alberoniane

Anche il cibo è presente nelle opere delle collezioni d’arte del Collegio: ricordiamo il raffinato banchetto, in trame e orditi, nell’arazzo di primo Cinquecento che narra del ricevimento di nozze, le tele con la Pollivendola, il Venditore di limoni e di cedri e il Venditore di meloni attribuiti a Eberhart Keilhau (1624-1687), la ricca frutta tessuta che orna le bordure degli arazzi seicenteschi della serie di Enea e Didone, le nature morte con porzione di grana e cacciagione e con grugno di maiale del pittore piacentino Bartolomeo Arbotori (1594-1676), i numerosi e differenti frutti che compongono le nature morte di Antonio Gianlisi junior (1677-1727).

Cibo e sacro nelle collezioni artistiche alberoniane

Infine non mancano nelle collezioni alberoniane opere nelle quali il tema del sacro e quello del cibo sono uniti a rafforzare reciprocamente la resa estetica e il significato simbolico della rappresentazione. Si tratta di dipinti particolarmente suggestivi come per esempio la Cena in Emmaus, replica coeva del dipinto di Tiziano custodito al Louvre, con la tavola apparecchiata all’aperto, Gesù che bendice il pane, alcuni discepoli, l’oste e un giovane che porta altro cibo alla tavola, la Coena Domini di anonimo pittore veneto della seconda metà del ‘500. Anche in alcune preziose Madonne con il bambino fa la comparsa il cibo quale decoro ed elemento simbolico: in quella attribuita al Gossaert (1470-1533) il bimbo porta alla bocca una ciliegia, nell’opera attribuita alla Scuola di Jos Van Cleeve (1484-1540) il bambino avvicina alla bocca una mela.

Un banchetto, con pietanze e calici, appare anche nel San Lazzaro e il ricco Epulone situato nella Chiesa omonima e opera di Antonio Bresciani (1720-1817).