Sentenza del Tar riaffida la ricerca scomparsi al Corpo di Soccorso Alpino

Il coordinamento delle operazioni di ricerca per le persone disperse nelle zone di montagna, in quelle ipogee o difficilmente raggiungibili in provincia di Piacenza dovrà tornare competenza diretta del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico.

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Lo ha stabilito il TAR di Parma che, con la sentenza dello scorso 22 Febbraio, ha di fatto annullato il Piano Provinciale per la Ricerca di Persone Disperse del 14 Gennaio 2011, redatto dall’Ufficio Territoriale del Governo – Prefettura di Piacenza, il quale aveva individuato nel Responsabile Operazioni di Soccorso dei Vigili del Fuoco la figura di coordinamento per le ricerche anche nelle zone impervie della provincia di competenza.

Un disegno organizzativo – questo – che aveva estromesso il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico dalla gestione delle operazioni di diretta competenza, inducendo il SAER (Soccorso Alpino Emilia Romagna), servizio regionale del Corpo Nazionale ad impugnare il provvedimento.
Con il pronunciamento del TAR di Parma, tali responsabilità sono, anche in provincia di Piacenza, nuovamente affidate al C.N.S.A.S., che sul territorio è presente con la Stazione “Monte Alfeo” che consta di 25 tecnici, 3 mezzi fuoristrada ed è supportata da una struttura regionale basata su oltre 400 tra tecnici specializzati, medici ed infermieri, unità cinofile ed attrezzature tecnologiche per la ricerca, avvalendosi anche del servizio di Elisoccorso per la ricerca e il recupero in ambienti impervi, di stanza a Pavullo nel Frignano (Modena) ed operativo in tutto il territorio regionale.

E’ evidente dunque– si legge nel testo della sentenza – che essendo stata introdotta nell’ordinamento una norma che, viceversa, stabilisce espressamente che, in caso di presenza di altri enti o organizzazioni, il potere di coordinamento dei soccorsi in montagna, in grotta, in ambienti ostili e impervi è attribuito al CNSAS, di detta norma non può che farsi applicazione, salvo incorrere, come nel caso di specie, nel vizio di violazione di legge.
Quella del Tribunale Amministrativo di Parma è una ulteriore sentenza importante – ha dichiarato Nicola Campani, Presidente del SAER – che conferma un chiaro riconoscimento delle competenze tecniche del Soccorso Alpino: una valorizzazione delle professionalità che – ha continuato – non è da intendersi come un’opposizione sterile o di forma alle prerogative di altre amministrazioni, ma come la seria volontà di offrire ai cittadini un servizio sempre più efficiente e di qualità, in cui ogni ente o realtà anche, o proprio perché, basata su apporto volontaristico, possa essere messa in condizioni di esercitare la propria funzione nel migliore dei modi, senza alcuna pregiudiziale.