Tassisti, la proposta di Passilongo: \”Cambiamo lo statuto\”

Dalle dimissioni ad una proposta di cambiamento radicale. E’ la novità annunciata dal presidente della Cooperativa Radiotaxi, Patrizio Passilongo.

Radio Sound

Un’idea, quella che verrà discussa nella prossima assemblea in programma tra due settimane, che ha anticipato ai nostri microfoni, cioè di cambiare lo statuto della Cooperativa per permettere a uno o più imprenditori di entrare nel servizio ed essere coordinati da un amministratore delegato.

Dopo la bufera, che ha portato ieri alle dimissioni dell’intero Cda (oltre al presidente anche il vice Roberto Cordani e il segretario William Maffezzoni) ha portato alla schiarita di oggi che ha scoperto le carte  sul progetto in cantiere.

Questo nasce, ha precisato Passilongo “dalla volontà di avere un organismo decisionale più stabile e che non permetta ai soci di cambiare da un momento all’altro ciò che è stato deciso pochi giorni prima”.

Il senso delle dimissioni è quindi spiegato: “Non c’era la volontà di buttare la spugna sui progetti di rivitalizzazione del nostro servizio, quanto di dare la scossa e far capire che serve una progettualità. Un amministratore delegato che abbia mandato di gestire la Cooperativa in termini imprenditoriali, dal punto di vista dell’efficienza, della ricerca della clientela e del marketing”.

Una proposta ambiziosa, per la quale Passilongo ha comunque spiegato che ancora nessun imprenditore è stato contattato. Per cui dovrà avere la maggioranza dei consensi da parte dell’assemblea. Staremo a vedere. Certo è che il presidente uscente, come ha confermato, non intenderà comunque ricandidarsi – così come l’intero Cda – a dimostrazione della volontà di intraprendere con forza questa strada.

IL COMUNICATO DEL PRESIDENTE PATRIZIO PASSILONGO:

Buongiorno.
credo che una lettera di chiarimenti in merito alla assemblea dei taxisti e alle dimissioni del C.d.A. del radiotaxi di Piacenza sia un atto dovuto nei confronti di quei media che hanno fatto da cassa di risonanza delle nostre ragioni contro le liberalizzazioni.

Anzitutto, voglio sottolineare che parlo e scrivo a titolo personale e non intendo rappresentare  le idee e i pensieri dei miei colleghi.

Nei 7 mesi durante in quali ho ricoperto la carica di presidente, la cooperativa ha ricevuto decine di attestati di soddisfazione per il servizio reso e tre/quattro reclami. Direi un buon bilancio. Ho l’impressione che il servizio taxi qui a Piacenza sia più che accettabile, ma anche che abbia  margini di miglioramento sotto diversi aspetti. E per questo motivo, cioè per migliorare  per migliorare e trasformare la cooperativa in una azienda a 5 stelle, mi sono dimesso da presidente della cooperativa. Il radiotaxi di Piacenza non ha bisogno di un nuovo C.d.A., ma un vero e proprio amministratore delegato che amministra l’azienda in termini imprenditoriali. Ecco il salto di qualità. Un qualsiasi nuovo C.d.A. non ha l’autorità morale e le competenze per fare le scelte necessarie per ricreare l’azienda, renderla efficiente, trovare nuova clientela, sanzionare le infrazioni del regolamento, espellere eventuali soci negligenti, intraprendere le iniziative di marketing utili ad allargare il giro di affari.

Gli ambiti in cui intervenire sono diversi. Va migliorata la qualità delle persone. I 3/4 reclami ricevuti riguardavano sostanzialmente la maleducazione del taxista. Va migliorata la qualità delle auto: non sto dicendo che dobbiamo girare tutti in mercedes, ma l’auto deve essere pulita, profumata, non ammaccata, in ordine. Volete una provocazione, che mi farà odiare da certi colleghi colleghi? Basta dividere i soci in soci di “serie A” e soci di “serie B”. In sostanza, al cliente che vuole un “taxi di serie A” verrà garantita un’auto pulita, in ordine, profumata e un taxista educato, che non fa battutine cretine con le clienti, che non  impreca a causa del traffico, un taxista rigoroso sul prezzo, cioè che non faccia arrotondamenti a discapito del cliente ecc. D’altronde, una corsa da piazza Cavalli alla stazione costa 6 euro, sia nel caso che il taxi sia lurido e il taxista maleducato, sia nel caso che l’auto sia pulita e profumata e il taxista educato. Nel giro di pochi mesi i taxisti di serie B sarebbero ridotti al fallimento e a vendere la licenza a nuovi taxisti ben motivati. Oppure, come dicevo prima, affidiamo ad un amministratore delegato esterno la facoltà di espellere i soci che non rispondono a certi standard di qualità. Questa ipotesi mi sembra più percorriile.

Andrebbero ristudiate le tariffe o meglio il sistema di applicazione delle tariffe: a Parma, a Ravenna e a Prato hanno un sistema di applicazione delle tariffe diverso dal nostro, più soddisfacente agli occhi del cliente,  talvolta penalizzante per il taxista, ma alla fine più remunerativo. Occorre studiare, verificare queste possibilità. Si tratterebbe di rimodulare le tariffe, non di aumentarle. Quale è il vantaggio di questi sistemi tariffari alternativi al nostro? Il vantaggio consiste nel fatto che l’importo delle corse per un  tragitto abituale (albergo-stazione, casa-ospedale, ufficio-palestra ecc) tende a rimanere più o meno fisso o a variare di poco da una volta all’altra, mentre ora a Piacenza il costo per uno stesso tragitto può variare considerevolmente da una volta all’altra. L’albergo, il museo, la ditta a questo punto può scrivere sul proprio sito il costo dello spostamento in taxi da e per la stazione, da e per piazza Cavalli, da e per l’ospedale. Noi taxisti potremmo esporre nei nostri parcheggi delle tabelle coi prezzi delle corse per le diverse zone, quartieri, siti della città.

Migliorare la distribuzione dei taxi in città: spesso le auto sono ammassate in soli due parcheggi mentre le altre zone della città sono prive di taxi. Occorre trovare delle soluzioni che incentivino i taxisti a fermarsi nei parcheggi periferici e la soluzione c’è, è a portata di mano. E’ una questione tecnica, e quindi non perdo tempo a spiegarla

Spostare i parcheggi dove c’è effettiva richiesta di taxi. Da tutta Italia arriva gente alla Clinica Piacenza per farsi curare, ogni giorno arrivano parecchie chiamate dalla clinica Piacenza, e lì non c’è un parcheggio taxi: è una nostra grave mancanza.
Ogni giorno abbiamo clienti che vanno al supermercato, fanno la spesa e poi chiamano il taxi, caricano le borse della spesa nel baule del taxi e si fanno portare a casa. allora perché non portare i  nostri parcheggi nei pressi dei supermercati?

Ancora sulla qualità dei taxisti: perchè non sottoporli a “corsi di formazione” specifici sulla storia, i monumenti, le chiese e anche le specialità enogastronimiche  della città? Possibile che i taxisti non siano in grado di consigliare un ristorante in centro città (richiesta frequentissima), e sappiano dare solo indicazioni generiche sulle specialità dei locali della città? Il turismo culturale e enogastronomico sono in crescita e a Piacenza mi sembra che si faccia poco. Inoltre, l’ente del turismo dovrebbe coinvolgere anche i taxisti. I clienti e i visitatori potenziali della nostra città, noi li carichiamo tutti i giorni. Queste persone vengono a Piacenza per motivi di salute o per lavoro, ma non si fermano a visitare la città anche perché niente e nessuno glielo propone. Eppure abbiamo le carte in regola per attirare l’attenzione degli abitanti delle città vicine: abbiamo palazzo farnese, abbiamo un bellissimo duomo, la galleria ricci oddi e il collegio alberoni. La nostra storia è fatta anche da personaggi che oggi farebbero odiens, sarebbero sulla bocca di tutti: abbiamo un duca, figlio di un papa, apostrofato come “il bastardo del papa”; un duca che avrebbe stuprato il giovane e avvenente vescovo di Fano; un duca, amato dal popolo e assassinato dalla antica aristocrazia piacentina.  Oggi tv e giornali ne parlerebbero per mese e mesi. Oggi programmi culturali della rai come voyager andrebbero alla ricerca della mutande del giovane vescovo  di Fano per documentare la violenza dello stupro: “ecco come sono ridotti i mutandoni del vescovo dopo la violenza dello stupro…” Un altro duca ha conquistato la capitale economica e finanziaria del 500, Anversa ed è lui in qualche modo il fondatore del Belgio, ed è ancora lui il motivo per cui in Belgio si impara l'”Ave Maria” e invece in Olanda solo il “padre nostro”, cioè il motivo per cui l’Olanda è a maggioranza protestante e il Belgio a maggioranza cattolica. Anche Margherita d’Austria doveva essere un bel tipino. Perché non attirare l’attenzione della gente delle nostre città vicine con i monumenti e i personaggi della nostra storia? Perché non fare dei taxisti i primi sponsor e ciceroni della nostra città a vantaggio di quelle persone che sono a Piacenza solo di passaggio? Magari i milanesi verrebbero volentieri a passare una domemica a Piacenza, visitare la città e mangiare qualche specialità piacentina.

Per concludere, o si cambia,  e si fa un salto di qualità e si cerca di ampliare il giro d’affari oppure ce ne staremo fermi nei parcheggi in attesa di clienti che non ci sono e presto o tardi chiederemo un aumento delle tariffe perché il prezzo del gasolio è aumentato, il costo della assicurazione è alto, le spese aumentano… Insomma il solito triste ritornello di Piacenza. Io non voglio aumentare le tariffe, voglio incrementare il mio lavoro!

Se volete altre indiscrezioni, prendete il taxi!!!

Patrizio Passilongo