Sabato 25 febbraio (ore 21) la stagione di prosa del teatro Verdi prosegue con Antropolaroid, di e con Tindaro Granata. Lo spettacolo si è aggiudicato il Premio della Giuria Popolare Borsa Teatrale Anna Pancirolli e il Premio della Critica assegnato dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro.
Un racconto grezzo e popolare abitato dalle storie familiari di Tindaro Granata che, solo in scena, attualizza la tradizione del “cunto” siciliano per trasmettere memorie personali e ancestrali intrecciandole a episodi di cronaca del suo paese di nascita. Senza artifici scenografici, l’attore dà voce e corpo a un’umanità ricchissima: personaggi che si alternano, si sommano e si rispondono, come legati da un comune cordone ombelicale.
Le biografie dei suoi nonni, dei genitori, degli zii incrociano quelle del boss mafioso Badalamenti fino a comporre un’unica storia nella quale il male si perpetra sempre, come un’eredità misteriosa tramandata di generazione in generazione, un male che si presenta ad ogni nascita e ad ogni morte.
Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. La moglie incinta, sola, si reca spesso al cimitero per bestemmiare sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata, nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato dal noto Signor Badalamenti di Patti. Maria Casella nel 44 si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio e non riuscendo a convincere il padre tenta il suicidio, ma l’amore per Tindaro la dissuade. Raggiunge il suo amante e insieme scappano, commettendo la famosa “fuitina”.Teodoro Granata nasce nell’agosto del 1947 dalla violenta relazione tra Tindaro e Maria. Diventato adulto, stanco del comportamento aggressivo del padre, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del Signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 78. Adulto, parte per il servizio militare , si imbarca per due anni sulla nave Spica, e qui incontra il nipote di Badalamenti.
Il giovane Tino Badalamenti dopo che il padre viene indagato per delitti di Mafia si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma ,vuole diventare un attore.
Tino Badalamenti si suicida impiccato.
Per informazioni e l’acquisto dei biglietti è possibile contattare l’ufficio del teatro “G. Verdi” (presso l’ex Macello, Largo Gabrielli, 2 – 29017 Fiorenzuola d’Arda), aperto dal martedì al sabato dalle ore 10 alle ore 12.30. Tel. 0523/985253; fax 0523/982680; teatroverdi@comune.fiorenzuola.pc.it.