Piacenza terza per incidenza degli immigrati sul totale della popolazione

Rapporto Cnel: alto il grado di attrattivita’ territoriale anche del Veneto e dell’Emilia Romagna. Al quarto posto il Lazio. Per quanto riguarda le province, Prato e’ in vetta con la maggiore attrattivita’, rincorsa dai due comparti lombardi di Brescia e Mil

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E’ in Lombardia che gli immigrati, una volta arrivati, tendono a rimanere stabilmente. In una scala da 1 a 100, infatti, il grado di attrattivita’ della regione e’ 86,2, ben lontano dalle altre regioni. Il Veneto, secondo della lista, si ferma a 79,5 e l’Emilia Romagna, terza, a 79. La classifica e’ stilata dal Cnel nel suo “Rapporto sugli indici di integrazione sociale degli stranieri in Italia” presentato oggi a Roma. Tra le regioni con maggior grado di attrattivita’ e’ buona anche la performance del Lazio (73,9), al quarto posto. Decisamente piu’ bassi i punteggi delle ultime classificate, che rientrano nella fascia di minima intensita’: sono la Campania (17,3), il Molise (16,4), la Calabria (15,4) la Sardegna (10,6) e, ultima, la Basilicata (6,5).
Per quanto riguarda le province, Prato e’ in vetta con la maggiore attrattivita’ (84,4), rincorsa dai due comparti lombardi di Brescia (71,2) e Milano (70,9), che in larga parte contribuiscono al primato della regione. Seguono Reggio Emilia (67,0), Roma (66,6) e Trieste (65,7).

Per arrivare a stilare questa graduatoria si e’ tenuto conto di diversi indicatori. Primo tra tutti, l’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione, che e’ maggiore in Emilia Romagna (10,5%), Umbria (10,4%), Lombardia (10,0) e Veneto (9,8%). Tra le province i valori piu’ alti sono di Brescia (12,9%), Prato (12,7%), Piacenza (12,5%). Il secondo indicatore e’ la densita’, cioe’ il numero medio di stranieri residenti per chilometro quadrato. Nel 2009 la media italiana era di 14,1 residenti, ma la Lombardia svetta con un dato del 41,2, soprattutto grazie alla provincia di Milano (205,4 stranieri). Tra le province, sono alti i dati di Prato (86,2) e Trieste (84,7).

Un terzo fattore chiave e’ la “ricettivita’ migratoria”. e’ in testa la Liguria, con 124,8 nuovi residenti stranieri ogni 100 cancellati. Seguono Trentino A. A. (113,7), Puglia (113,6) e Valle d’Aosta (111,9). C’e’ poi il fattore stabilita’, cioe’ la percentuale di minori tra la popolazione straniera residente.
Incidenze superiori alla media nazionale (22%) si riscontrano in Lombardia (24,5%), Veneto (24,4%) e in Emilia Romagna (23,2%).
Tra le province, il picco e’ di Cremona (27,8%) e Brescia (27,2%). Infine, l’ultimo indicatore e’ la percentuale di famiglie residenti con almeno un componente straniero: in Italia sono all’8,3%, mentre il Lazio arriva a quota 12,9% e la provincia di Roma al 14,9%.