ciclo di conferenze dedicate ai Pittori tedeschi tra Sette e Novecento

Dopo l’ottimo riscontro dell’anno passato, il Goethe-Zentrum di Piacenza organizza un nuovo ciclo di conferenze dedicate ai «Pittori tedeschi tra Sette e Novecento». Si tratta di tre incontri a cadenza mensile, aperti ai soci dell’Istituto e non. Affidati allo storico dell’arte piacentino Alessandro Malinverni (Università di Milano), vogliono promuovere la conoscenza di tre artisti di lingua tedesca che hanno operato nell’epoca del Neoclassicismo, del Romanticismo e dell’Art Nouveau tra Germania, Svizzera, Austria e Italia. Grazie alle videoproiezioni il pubblico potrà intraprendere un viaggio alla scoperta di personalità affascinanti e di opere d’arte uniche, sul filo dello scambio culturale e artistico fondato sulla sensibilità per la natura, la poesia e la pittura che da sempre accomuna il nostro paese e l’area germanica.

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La conferenza, dedicata a “Arnold Böcklin e la mitologia onirica”, avrà luogo Giovedì 16 Febbraio alle ore 17,30 presso il nostro Istituto in via S.Marco, 27

Nato a Basilea nel 1827, ricevette una prima formazione all’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, frequentando le lezioni del pittore romantico Johann Wilhelm Schirmer. In seguito compì viaggi a Parigi (1848) e a Roma (1850) per aggiornarsi in fatto di stili e tendenze e studiare approfonditamente

i capolavori del passato. A partire dalla metà del secolo iniziò una serie di peregrinazioni, lavorando a Basilea, Monaco, Zurigo e Weimar, città nella quale assunse la cattedra di paesaggio presso la nuova scuola di belle arti (1860). Da ultimo si stabilì in Italia: fu a Firenze tra 1874 e 1884 e, dopo una lunga assenza, vi ritornò nel 1895 per rimanervi sino alla morte, che lo colse ultrasettantenne nel 1901. Trasse ispirazione dalle fonti storiche, religiose e letterarie, ma soprattutto mitologiche, creando un genere tutto particolare, avvolto in un’oscura e seducente atmosfera onirica. Sospesi tra romanticismo e simbolismo, tra sogno e realtà, i suoi dipinti seppero affascinare tutta una generazione di artisti: da Max Ernst a Salvador Dalì, da Giorgio de Chirico a Edvard Munch