Dopo 4 mesi di confronto tra le sezioni provinciali di Federazione italiana pubblici esercizi e Unione nazionale pro loco d’Italia – sotto la regia della Provincia – è stata redatta la bozza di “Regolamento sagre autentiche – attività d’intrettenimento e feste paesane”, che individua “parametri e requisiti per un’offerta di eventi di qualità e aderente alla tradizione territoriale”. Questa mattina la proposta è stata sottoposta all’attenzione degli amministratori comunali. In una riunione in sala consiliare di palazzo della Provincia Fipe, Unpli, Anci e singoli Comuni hanno avviato il confronto sulla bozza redatta, alla presenza degli assessori provinciali Maurizio Parma e Andrea Paparo e – in qualità di rappresentante provinciale Anci – del primo cittadino di Caorso Fabio Callori. Come spiegato dal funzionario dell’Unione commercianti Alberto Malvicini, che ha contribuito alla definizione della bozza, il regolamento che ha intrapreso il percorso di confronto distingue tra sagre cosiddette “tradizionali e autentiche” e “manifestazioni generiche”, nel complesso poco meno di 300 in un anno sul territorio piacentino. Nelle prime – raccolte in un calendario, a disposizione dei Comuni – rientrano gli appuntamenti che coinvolgono “persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico, connotati da trattenimento e svago a carattere folcloristico culturale e gastronomico, legati a tradizioni locali organizzati in modo temporaneo da soggetti che non hanno per scopo l’organizzazione di simili attività”, ma la promozione e valorizzazione del territorio, l’impulso all’attrattività dei luoghi e alla socializzazione, il coinvolgimento delle persone nella storia locale, nelle antiche usanze, nella conoscenza dei prodotti tipici. Per le manifestazioni generiche, si caldeggia la possibilità di una regolamentazione di durata e cadenza. La proposta di regolamento distingue inoltre tra le manifestazioni con somministrazione di cibi e bevande e quelle che non contemplano questa offerta. Unanime il giudizio positivo sul percorso intrapreso. Per l’assessore Parma “le sagre autentiche sono una vera risorsa per il territorio, perché ne valorizzano tipicità ed eccellenze”. “Obiettivo dell’amministrazione – ha detto Parma – sarà quello di valorizzare quelle ‘del tipico’”. “La Provincia – ha spiegato l’assessore Paparo – ha promosso un percorso di confronto non scontato e spesse volte sfociato in polemiche sulla stampa. L’obiettivo è trovare un modus operandi congiunto che possa tutelare i diritti di entrambe le parti, nell’ottica di garantire un servizio comune. Il percorso è già a buon punto e continuerà con successivi momenti di dialogo, nell’interesse di tutti”. L’Unpli, che raccoglie 64 pro loco sul territorio provinciale (il nucleo più numeroso dell’Emilia Romagna) per bocca del presidente Franco Villa ha rimarcato il “valore delle sagre di paese”, giudicate “veicolo di promozione territoriale” e “mezzo efficace per dare respiro di aiuto a commercianti ed esercenti”, sottolineando che “le pro loco svolgono la propria attività nel rispetto delle normative e non in un far west di deroghe”. La Fipe, con il presidente Cristian Lertora ha manifestato l’esigenza di “alzare l’asticella della qualità, anche nel rispetto di chi somministra alimenti e bevande per professione e lo fa producendo reddito, pagando tasse e salari” e di “rispettare anche il valore sociale da sempre insito nei pubblici esercizi”. Callori, come rappresentante Anci, si è detto d’accordo con l’idea che le sagre siano un patrimonio da salvaguardare ed ha espresso l’esigenza che la loro necessaria regolamentazione non si traduca in limitazioni dell’attività delle associazioni. Piena condivisione da parte dei rappresentanti dei Comuni presenti in sala. Tra le richieste giunte da sindaci e assessori territoriali: la difficoltà a cadenzare le manifestazioni, che inevitabilmente tendono a concentrarsi nei mesi più caldi e nei periodi più favorevoli all’affluenza di pubblico e la necessità di garantire una certa flessibilità negli orari.