Prosegue la rassegna Cineclub – Grandi film su grande schermo, arrivata alla decima edizione grazie alla collaborazione tra l’Assessorato alla Cultura del Comune di Piacenza e Fondazione Cineteca Italiana, con il sesto dei sette titoli dedicati al filone Cinema e buddismo: pensiero, riflessione, spiritualità.
Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera… è un film coreano del 2003 diretto da Kim Ki-duk.
Il film è ambientato in un eremo buddista al centro di un lago in una foresta incontaminata, e racconta gli insegnamenti e le esperienze di due monaci, uno adulto e uno giovane. Le stagioni passano, e ognuna di esse è un periodo dell’esistenza, vissuta fra felicità e dramma, sotto la veglia di un’immancabile e insostituibile spiritualità Il film è diviso in 5 segmenti (le cinque stagioni del titolo), e ogni segmento descrive una fase differente della vita. Primavera: un monaco bambino iscaglia pietre contro una rana. Estate: da adolescente si innamora e lascia il tempio. Autunno: divenuto uomo, torna al tempio per chiedere perdono. Inverno: nella piena maturità, entra in ritiro spirituale su una montagna. Ancora primavera, e il vecchio alleva un bambino nella pace del tempio.
Kim Ki-duk, che è anche interprete di una parte nel suo film, riesce a comunicare allo spettatore che, anche all’interno di un meccanismo sul quale non possiamo avere alcuna influenza, come quello temporale, è possibile per noi uomini trovare ragione di vita, di crescita e di maturazione. Il bambino, poi giovane, poi uomo adulto, che passa attraverso la disciplina, il dolore, l’estasi dei sensi, l’illegalità, la tragedia ed alla fine sceglie la sua strada per sempre, è quanto di più umano possiamo immaginare, e proprio per questo quindi, quanto di più simile alla natura possa esistere. L’accostamento del mondo vegetale, di quello animale, con i suoi cinque protagonisti, e di quello umano creano un’immagine di insieme che dà valore al sacrificio, alla rassegnazione, alle decisioni più dolorose che un uomo possa prendere.
La tranquillità contemplativa del film ha segnato un cambiamento significativo dalle sue opere precedenti, che sono state spesso criticate per eccesso di violenza e misoginia.
Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera…
Un film di Kim Ki-Duk. – Corea del sud, Germania, 2003, col, 103′
Una nota sull’ambientazione
“L’eremo, che è il luogo per Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera è un set costruito artificialmente e fatto galleggiare sul lago di Jusan nella Provincia Nord Kyungsang in Corea. Creato circa 200 anni fa, il lago di Jusan è un lago artificiale nelle cui acque si riflettono le montagne circostanti. Mantiene l’aura mistica di avere alberi di più di centinaia di anni che continuano a crescere nelle sue acque. LJ Film è stato in grado di ottenere il permesso di costruire il set dopo aver finalmente convinto il Ministero dell’Ambiente attraverso sei mesi di negoziati.” Il monastero galleggiante è stato costruito appositamente per il film, e il regista ha ottenuto il permesso dalle autorità di tenerlo lì per un anno intero. Le riprese hanno avuto luogo nel corso dello stesso anno, e sono durate 22 giorni in totale, dopo di che il set è stato rimosso e distrutto. Infatti, il lago è parte di un parco nazionale per cui nessun edificio è consentito.
Premi
– Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián 2003: premio del pubblico
– Festival internazionale del film di Locarno 2003: premio CICAE, premio Don Chisciotte, premio Netpac, premio Junior Jury
– Premio Gianni Di Venanzo 2004: miglior fotografia straniera
MODALITÀ D’INGRESSO: Biglietto d’ingresso: € 6 ; Over 65 e studenti: € 5