Un mese sulla torre e nessuna voglia di mollare

“L’eliminazione dei treni a lunga percorrenza non porti un danno per l’utenza e i lavoratori”. Con queste parole il sindaco Roberto Reggi ha iniziato la lettera, inviata ieri all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti nella quale chiede interventi a sostegno dei lavoratori dell’ex Wagon Lits, a cui hanno preso parte anche due piacentini.
E’ passato un mese da quando Carmine Rotatore, 45 anni, Oliviero Cassini, 48, e Beppe Gison, 40, si sono arrampicati sulla torrefaro accanto al binario 21, della stazione di Milano. Protestano per riavere quel posto di lavoro che gli permette di portare avanti le loro famiglie. Ma da quando la Wagon-lits, l’11 dicembre, ha deciso di sopprimere i convogli notturni che univano Milano, Torino e Venezia al Sud Italia, la loro vita è cambiata. Ma anche quella dei viaggiatori. Al posto di treni  diretti, sono stati previsti collegamenti con scalo a Roma o Bologna, da raggiungere esclusivamente con i Frecciarossa. La riorganizzazione ha messo a rischio il lavoro di 157 addetti in Lombardia e più di 800 in tutta Italia. Da qui la protesta, con la scelta disperata del presidio sulla torre faro.

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A fondo pagina l’intervista completa a Carmine Rotatore.