Crollo del Ponte sul Po, uno dei superstiti porta Anas in Tribunale

Dopo tre anni è deciso a intentare causa ad Anas, Antonio Rinaldi tra i feriti più gravi nel crollo del ponte sul Po avvenuto il 30 aprile 2009. Il giorno che “mi ha cambiato la vita” dice l’ex macchinista Fs che della scampata tragedia ricorda ogni dettaglio, dall’essersi slacciato la cintura mentre l’auto cadeva nel vuoto, al salto nell’altro sedile, fino al trasporto in ospedale. Solo un particolare è stato cancellato dalla sua mente, l’istante prima dello schianto. Quella tremenda caduta nel greto del fiume a cui ripensa ogni mattina, quando fatica ad alzarsi dal letto per i dolori, quando il terrore lo coglie ogni volta che è costretto ad attraversare un viadotto. ccc

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L’INDENNIZZO DA ANAS. Due gli assegni di risarcimento ricevuti da Rinaldi, nell’ottobre 2010. Il primo di 9 mila euro, il secondo di 8 mila euro, di cui 2 mila destinati alle spese legali. A novembre 2011 la proposta inoltrata da Anas di 90 mila euro (a cui sottrarre i 17 mila già ricevuti), accettata dal legale di Rinaldi come forma di acconto di un rimborso totale di 400 mila euro secondo la stima, riportata dalle tabelle ufficiali  del Tribunale di Milano. Ad oggi non un centesimo versato.

DAL COMUNE DI PIACENZA. Nel 2010 il Comune di Piacenza ha destinato alla famiglia di Rinaldi (monoreddito, la moglie non percepisce stipendio. Tre i figli a carico, di 10, 16 e 19 anni) un assegno di 300 euro per tre mesi, 50 euro per altri tre mesi. Nel periodo di sospensione, sono stati destinati 500 euro per l’acquisto dei libri scolastici. Nello scorso Natale, un buono spesa di 170 euro.

RIPERCUSSIONI FISICHE E PSICOLOGICHE. Nell’incidente l’ex macchinista ha riportato fratture cervicali, dorsali e allo sterno. Una lesione in testa, curata con 40 punti di sutura. Tre denti saltati. Lo schiacciamento di quasi tutte le vertebre, che dopo quasi tre anni lo costringe ad indossare un busto steccato, non mutuabile, per evitare la formazione di ernie. Sistematica la terapia del dolore, “ma quando ti senti dire che dovrai rassegnarti a convivere con gli spasmi lancinanti, è facile perdere le speranze”. Continue le sedute psichiatriche per superare lo shock, che ancora lo perseguita ogni volta che si ritrova su un ponte e che gli impedisce di versare un lacrima anche nei momenti di maggiore strazio.

L’INVALIDITÀ RICONOSCIUTA. Dall’Inps è stata riconosciuta un’invalidità del 67%, non abbastanza alta per percepire una pensione, ma solamente per alcune esenzioni da esami e medicinali.

SITUAZIONE LAVORATIVA. Due i recenti decurtamenti di stipendio per il periodo di malattia, arrivato al 50% in meno per l’impossibilità a rientrare in servizio negli uffici Fs, dove è stato trasferito dopo l’incidente. Dai 2200 euro percepiti da macchinista, l’attuale occupazione prevede uno stipendio di 1300 euro.  …

IL GIORNO DELL’INCIDENTE. Antonio Rinaldi il 30 aprile 2009 chiamò la moglie per avvisarla che sarebbe tornato al centro commerciale di San Rocco al Porto per farsi consegnare il telecomando del lettore dvd, non trovato nella confezione. Alle 12.30 salì nella sua auto, puntuale per andare a prendere i figli a scuola alle 13.15. Il tempo di salire sul ponte, ma la strada non c’era più.