Trecento firme per chiedere la riapertura delle consultazioni del Piano Strutturale Comunale di Piacenza. La petizione, promossa da alcune associazioni e comitati cittadini e presentata questa mattina nella sede piacentina di Legambiente, si articola sostanzialmente in tre punti: si chiede alla Giunta il prolungamento della partecipazione sul documento preliminare del Psc, coinvolgendo maggiormente i cittadini. “Si tratta – ha dichiarato Stefano Benedetti, uno dei promotori della petizione e membro del Comitato Parco della Pertite – di un documento complesso e che riguarda le trasformazioni e i progetti previsti su Piacenza per i prossimi 20 anni. È, dunque, opportuno che la cittadinanza sia chiamata maggiormente in causa. Si deciderà della Piacenza del futuro, è una questione che riguarda inevitabilmente tutti. Fino ad ora c’è stato un coinvolgimento dei cittadini assolutamente insufficiente: 4 incontri con l’assessore all’urbanistica ai quali erano presenti solo una trentina di persone, che per altro hanno chiesto modifiche sostanziali sia nel procedimento (chiedendo più partecipazione) sia su alcuni punti del documento”.
La seconda richiesta è di integrare e modificare il documento stesso mostrando una maggiore attenzione ai fabbisogni della popolazione. “Sono stati sviluppati solo due punti: le aree militari e le grandi infrastrutture per la mobilità, ma mancano indicazioni di progetto per le altre parti del territorio, dal centro storico alle frazioni alla campagna alle aree fluviali. Quello che interessa di più ai cittadini, quello manca”.
In ultimo si chiede di indicare chiaramente la destinazione urbanistica della Pertite. “Il Psc – continua Benedetti – a tal proposito è decisamente contradditorio: da una parte si dice che si terrà conto dell’esito del Referendum e dall’altra si dice che si terrà conto dello studio del Politecnico che prevede che la Pertite sia un’area edificabile. Noi chiediamo che sia chiarito senza equivoci che la Pertite sarà parco”.
Presenti alla conferenza stampa anche Leo Bollinger (Convivio) e Lia Zavatti, del comitato Acqua Bene Comune.
Il documento preliminare del Psc è stato definito, dalle associazioni e dai comitati cittadini che promuovono la raccolta firme, “carente e, in più punti, contraddittorio”. Da qui la necessità di una petizione popolare per riaccendere i riflettori su un problema che coinvolge davvero tutti.