Con la collaborazione di Giancarlo Caselli e Carlo Lucarelli regia di Renato Sarti musiche originali di Francesco “Cisco” Bellotti Sabato 17 novembre 2011 ore 21.30 Salone Nelson Mandela via XXIV Maggio
ingresso 10 €.
Bottega dei Mestieri Teatrali e Teatro della Cooperativa, presentano il nuovo spettacolo scritto, interpretato da Giulio Cavalli e diretto da Renato Sarti, che descrive attraverso le testimonianze, le deposizioni, gli atti giudiziari, una delle figure più controverse della politica italiana: Giulio Andreotti.
In una scena nuda ed essenziale, dove il “posto d’onore” al centro del palco spetta ad un inginocchiatoio su cui è poggiato un impermeabile, prende forma una figura, quella del Senatore ‘prescritto a vita’.
Ce lo racconta in primis un video di Giancarlo Caselli, il giudice che ha istruito il processo Andreotti, che ribadisce con forza qual è stata la sentenza e soprattutto come l’informazione sia stata manipolata in un paese che sembra aver voluto dimenticare la gravità di quanto accertato, di quanto realmente successo: cioè la concreta collaborazione di ‘Giulio Belzebù’, con esponenti di Cosa Nostra fino al 1980.
Inizia così la ricostruzione documentata dell’ascesa del Senatore che lo ha visto negli anni intessere relazioni e rapporti con alcune personalità della politica e dell’economia legati alla mafia.
Si susseguono così, in un alternanza ricca di tensione, tra immagini video e momenti musicali (le musiche sono originali di Stefano “cisco” Bellotti), le diverse testimonianze, i racconti e le deposizioni che illustrano i momenti chiave della storia. Tante parti di un puzzle, tante tessere che compongono un quadro, dai rapporti tra Andreotti e Michele Sindona, al delitto Ambrosoli a quello del Generale Dalla Chiesa.
Per “L’innocenza di Giulio”, accanto a Giulio Cavalli c’è Stefano “Cisco” Bellotti, ex voce dei Modena City Ramblers, che rafforza le parole dell’attore con la sue canzoni: alcune sono inedite e scritte appositamente per lo spettacolo, ma la maggior parte sono i vecchi cavalli di battaglia dell’artista (“La banda del sogno interrotto”, “40 anni”, “100 passi”). Proprio questi pezzi noti, lungi dall’essere un semplice contentino per il pubblico più giovane, si colorano di nuova tonalità e trasformano il combact folk dell’ex Ramblers in un canto più intimo e riflessivo, dominato dal ritmo del tamburo e dalla voce calda del cantante.