L’associazione Pendolari Piacenza si esprime sul nuovo orario ferroviario che entrerà in vigore dal prossimo 10 Dicembre. E lo fa chiedendo un incontro con Massimo Trespidi presidente della Provincia e Domenico Bergonzi. Chiedono inoltre chiarimenti sul futuro del trasporto ferroviario regionale e in particolare sui possibili tagli dei finanziamenti statali per i Contratti di Servizio.
LA LETTERA DI ETTORE FITTAVOLINI
Egregio Dottor Bergonzi,
non avendo ricevuto alcun riscontro da parte vostra, reiteriamo la richiesta di un incontro urgente. Aggiungiamo che le ulteriori informazioni ricevute dall’analisi di quanto disponibile sul sito di Trenitalia, che sono relative, con riferimento al nuovo orario, ai soli treni EsCity ed Intercity, segnalano la cancellazione con il nuovo orario di due importanti convogli in partenza da Milano Centrale , Intercity per Terni delle ore 17,45 e Es City delle ore 18,35 per Ancona, oltre che la cancellazione della fermata di Milano Rogoredo per il treno ESCity in partenza da Piacenza delle ore 8,24. Si tratta a nostro parere di scelte demenziali, su treni tra l’altro frequentati in maniera consistente dai pendolari piacentini, e la loro cancellazione sta rendendo perfettamente inutile il balzello della carta di ammissione MI Muovo, aumentata dallo scorso aprile e disponibile tra l’altro solo dietro presentazione di abbonamento annuale.
Oltre a ciò analizzando anche i treni regionali attualmente presenti (ma del cui futuro nulla si sa !) su Milano Centrale, ovvero i regionali per Bologna delle ore 18,15 e delle 19,20, si creano dei buchi di oltre 1 ora in piena fascia pendolare.
Ciò è inammissibile.
Si sta negando il diritto alla mobilità sostenibile da parte di un’azienda che opera in pieno regime di monopolio, con unica alternativa possibile l’utilizzo del mezzo privato. Aggiungiamo che come al solito i pendolari lombardi sono già in possesso delle tracce orarie nuove da almeno un mese. Evidentemente per la Regione Emilia Romagna, Piacenza è stata annessa al Regno Lombardo-Veneto.
Cordiali saluti.
Ettore Fittavolini