Un auditorium gremito, una folta platea incantata ed indignata. Ieri sera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano i due celebri giornalisti del Corriere della Sera, Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, hanno presentato il loro nuovo libro: Licenziare i padreterni. L’Italia tradita dalla Casta.
“È un’analisi, – ha affermato Rizzo – un’inchiesta attenta e puntuale su ciò che è avvenuto in questi ultimi anni ai vertici in Italia. Ossia nulla. Niente è cambiato. Se non in peggio. Da una parte il Paese in crisi e dall’altra i suoi politici che non vogliono e non intendono capire. Gian Antonio Stella ed io abbiamo fatto un conto: negli ultimi 4 anni le spese degli organi costituzionali sono aumentate di 190 milioni di euro. Non stiamo parlando proprio di bruscolini. In questi anni invece il paese si è impoverito in modo massiccio”.
Quattro anni dopo la pubblicazione del La Casta, gli autori che prima e più di tutti hanno denunciato gli sprechi, le ingordigie e le prepotenze della classe politica italiana, nel nuovo libro smascherano punto per punto i tradimenti delle promesse di sobrietà. E l’inadeguatezza di una classe politica che, nonostante l’impegno e la generosità di tanti parlamentari e amministratori capaci, non riesce a essere davvero classe dirigente, palesando i segnali di un distacco netto e rischioso tra chi governa e chi è governato. Un’invettiva civile d’amore per l’Italia e per la politica migliore. Nella speranza di un riscatto.
Sul pericolo della deriva apolica e qualunquista, Rizzo risponde così: “Nei nostri libri siamo sempre stati molto attenti nel mettere in evidenza le nostre chiare intenzioni. Il nostro primo libro aveva una dedica particolare – ha affermato Rizzo -: era dedicato a due bambini perché crescessero amando la
Politica. Certo, non si può e non intendiamo far di tutta un’erba un fascio perchè sappiamo che ci sono politici bravi e capaci, amministratori integerrimi. Purtroppo però bisogna riconoscere che questa calsse politica ha avuto una pericolosissima degenerazione qualitativa. Al punto che Antonio Merlo, professore dell’Università della Pennsylvania, l’ha definita mediocracy”.
Una classe politica vecchia, assenteista, costosa. E insieme, la meno istruita e preparata nella storia della Repubblica. In poche parole “la più mediocre classe politica che l’Italia abbia avuto dal 1948”.
“Dati alla mano” – continua Stella. “Il primo parlametnto della Repubblica, in un paese con l’1% dei laureati, aveva il 91% dei parlamentari laureati. Oggi invece in un paese dove i laureati sono il 12%, in parlamento ne abbiamo solo il 60%. Non è certo un caso e qualcosa vorrà pur dire. Questo libro non vuole essere solo un’inchiesta, ma anche e soprattutto un’invettiva civile d’amore per l’Italia e per la politica migliore. Nella speranza di un riscatto”.
E il libro di Stella e Rizzo è dedicato proprio a loro, ai Padreterni da licenziare. A chi confonde i privilegi con la democrazia.