Domani Giornata Mondiale contro l\’Aids anche a Piacenza

Per la Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS del 1° Dicembre 2011, l’UNAIDS (l’Agenzia dell’ONU per l’attuazione dei programmi su  HIV/AIDS)  ha sancito che per il 2015 l’obiettivo è  ARRIVARE A ZERO! (Getting To Zero!), dove per zero si intende: zero nuove infezioni, zero discriminazioni, zero morti AIDS correlate. Per realizzare i Goals che l’UNAIDS propone, la LILA è attiva dal 1986 con sedi diffuse in tutta Italia, tra le quali la sede LILA di Piacenza, e tutta l’Associazione è consapevole che la proposta dell’UNAIDS per i prossimi 5 anni non è un’utopia, ma è realizzabile tramite un adeguato impegno politico ed economico. Allo stato attuale non esiste una cura definitiva per l’infezione da Hiv; per arrestare  e gestire questa epidemia in Italia, occorre applicare rapidamente e senza esitazione quelle strategie che l’UNAIDS, l’Europa e le Organizzazioni della Società Civile di PLHIV (persone che vivono con HIV) chiedono al Governo da quasi tre decenni: consolidare le politiche di prevenzione; garantire a tutte le PLHIV un’adeguata assistenza socio-sanitaria la diagnostica e la disponibilità di farmaci; la difesa dei diritti e la lotta contro lo stigma in ogni contesto con particolare attenzione al mondo del lavoro; assicurare la partecipazione, il reale coinvolgimento e la pari dignità delle Organizzazioni di PLHIV nei luoghi di creazione e realizzazione delle scelte politiche sociali e sanitarie per arrestare e gestire l’epidemia di AIDS. In Italia i rapporti sessuali non protetti dal profilattico sono la prima causa di trasmissione di Hiv, ma siamo tra gli ultimi paesi dell’UE per utilizzo dei profilattici. Anche a Piacenza la trasmissione sessuale è la modalità d’infezione più diffusa (oltre l’80% dei nuovi casi di Hiv). La proporzione di donne a cui viene diagnosticato l’Hiv è in crescita rispetto agli uomini, per una serie di fattori biologici, sociali e culturali. Dai dati dell’attività del servizio di counselling anonimo e gratuito di Lila Piacenza da Ottobre 2010 al 31 Ottobre 2011, emerge come la maggioranza delle richieste di consulto sia per un’errata percezione del rischio e per timori immotivati rispetto alla trasmissione di Hiv (845 richieste); il 21% degli uomini dichiara di non usare mai o saltuariamente il preservativo, il 12% di usarlo abitualmente, il 67% preferisce non dire. Questa differenza tra percezione del rischio e l’uso del profilattico è generata dalla mancanza di campagne di informazione corrette diffuse e continue sull’uso dei preservativi, e da una pessima informazione in merito da parte di numerose realtà. Tra le donne che vivono con Hiv che hanno richiesto il counselling della LILA Piacenza, oltre l’80% ha contratto l’infezione dal proprio marito o partner stabile e lo ha scoperto durante la gravidanza. È in aumento il numero di persone a cui viene diagnosticato l’Hiv in una fase molto avanzata dell’infezione (Late Presenters). La LILA sede di Piacenza vuole declinare i Goals di UNAIDS a livello locale con le seguenti proposte: Campagne di informazione mirate e attente alle popolazioni che vivono in condizioni di vulnerabilità e discriminazione con particolare attenzione alle donne e alla popolazione LGBT; facilitazione dell’accesso ai profilattici maschili e femminili tramite la distribuzione gratuita e l’applicazione di distributori automatici nelle scuole a prezzi calmierati; garanzia della Profilassi Post Esposizione alle coppie di PLHIV e a quelle in cui solo uno dei partner vive con Hiv; garanzia delle Terapie Antiretrovirali (ARV) e di quelle ad alta efficacia (HAART) a tutte le PLHIV per azzerare la carica virale e quindi ridurre le possibilità di trasmissione di Hiv; proseguire nella sperimentazione delle Nuove Tecnologie di Prevenzione (NTP) come la Profilassi Post Esposizione (PREP), i microbicidi, i vaccini. La trasmissione di Hiv nelle persone che usano sostanze per via iniettiva a Piacenza si è ridotta enormemente e si è stabilizzata (c.ca il 5% delle nuove infezioni), grazie ai programmi di Riduzione del Danno che comprendono la fornitura gratuita di siringhe sterili, il ritiro di siringhe usate e i programmi sostitutivi di metadone e altri farmaci per il trattamento delle dipendenze. Ma stabilizzata non significa azzerata. È necessario continuare ad investire nei programmi di Riduzione del Danno. Da una recente ricerca dell’Agenzia CODICI presentata al Convegno Pubblico “Giovani e Prevenzione: un SER.VE.R per mettersi in rete” tenutosi all’ISII Marconi-Da Vinci, è emerso che a Piacenza e provincia le azioni di Riduzione del Danno non superano il 4% del totale degli investimenti nella prevenzione (rispettivamente il 6% in città e il 2% c.ca in provincia) . La Regione Emilia-Romagna, il Comune di Piacenza e l’AUSL hanno sostenuto in questi anni le attività di Riduzione del Danno e le Unità di Strada della Lila; siamo fermamente convinti che un ulteriore sforzo sia necessario per attivare le proposte innovative che Lila Piacenza ha presentato a Comune e AUSL per  garantire più salute e diritti di

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cittadinanza alle persone che consumano sostanze, alle/ai Sex-Workers, alle/ai giovani che frequentano i luoghi e gli eventi dell’industria del divertimento.

 

Riteniamo fondamentale che l’attuale Governo agisca con estrema tempestività per depenalizzare il consumo, per applicare ulteriori modifiche delle politiche antidroga, e per attivare al più presto nelle carceri interventi specifici di Riduzione del Danno a tutela dei diritti di salute, cittadinanza e dignità. 

Azzerare le morti per AIDS è possibile, anche se al momento attuale non esiste una cura definitiva. Le terapie, se disponibili, possono assicurare alle PLHIV vite soddisfacenti, lunghe e in salute.

Per realizzare tutto questo è prioritario “Azzerare le discriminazioni!”, che da sempre sono il miglior alleato dell’AIDS: nel mondo del lavoro applicando la Raccomandazione ILO 2010 (International Labour Organization) contro le discriminazioni nel luoghi di lavoro, a tal proposito ricordiamo che dal 1°dicembre 2010  sono attivi presso la sede della CGIL e della LILA Piacenza dei punti informativi e di ascolto per sostenere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che vivono con HIV; monitorare l’applicazione dell’articolo  6 della Legge 135/90 che vieta ai datori di lavoro di svolgere indagini sullo stato sierologico dei lavoratori e di richiedere il test per l’Hiv al momento dell’assunzione; avviare campagne di comunicazione per ridurre stigma e discriminazione ancora presenti nei confronti delle donne, di Gay Lesbiche Bisessuali e Trans, dei consumatori di sostanze, delle persone che vivono con Hiv.

Il test dell’Hiv non può essere un metodo di prevenzione: ultimamente osserviamo con preoccupazione l’offerta sempre più insistente di test per l’Hiv alle persone che accedono ai servizi pubblici e la diffusione di campagne  di prevenzione prevalentemente o unicamente indirizzate a incentivare il consenso per sottoporsi al test. In un Paese come il nostro l’assenza di campagne di prevenzione sul corretto uso del profilattico, di iniziative di comunicazione per ridurre stigma e discriminazioni e di figure di garanzia riconosciute ed attive, può creare condizioni tali da ostacolare, anche nei servizi, pratiche e prassi conformi alla Legge 135/90. Porre impedimenti all’applicazione corretta di una legge significa di fatto negare i diritti fondamentali delle persone, soprattutto tra le fasce più vulnerabili e discriminate della popolazione.

Intanto per dare un forte segno di discontinuità con il Governo precedente, la società civile italiana e internazionale chiede all’Italia di onorare le sue promesse e versare la quota del 2009 al Fondo Globale per la lotta contro Aids, Tubercolosi e Malaria. Sarebbe un ottimo segnale per tutto il Paese, una splendida Giornata Mondiale per la Lotta all’AIDS.