“La storia di sussidiarietà del nostro Paese deve essere per noi motivo di coraggio. Ciò che l’Italia ha fatto in questi anni oggi è chiamata a farlo nuovamente e con essa tutta l’Europa che, se dovesse venire meno, temo che cadremmo nuovamente in quei nazionalismi che hanno rovinato la storia”.
Ha invocato la “preghiera” per un “sistema che ha bisogno di sostegno spirituale e umano” il vescovo di Piacenza, monsignor Gianni Ambrosio, visitando questa sera in Provincia la mostra “150 anni di sussidiarietà”, allestita a palazzo Garibaldi fino al 5 dicembre. Con il vescovo hanno seguito l’itinerario espositivo – che si compone di 35 pannelli – il presidente della Provincia Massimo Trespidi, il capo di gabinetto della presidenza Domenico Bergonzi e il direttore generale Cinzia Bricchi. Nel ruolo di “Cicerone” il volontario Maurizio Sala, che ha illustrato i contenuti delle sezioni di cui si compone la mostra: dall’Unità alla Grande Guerra, dal fascismo al secondo conflitto mondiale mondiale, l’assemblea costituente, il boom economico e l’epoca post-sessantottina. Il vescovo, piemontese di Santhià, si è soffermato, in particolare, sul ruolo dei santi della sua terra che, a inizio ‘800, offrì ben 90 esempi di santità declinata nel sociale, tra i quali spiccano i marchesi di Barolo, Carlo Tancredi Falletti e Giulia Colbert. Il primo diede vita a opere straordinarie per l’infanzia, fondando scuole e asili. La seconda spese tutta la vita a favore delle donne in difficoltà, insegnando a leggere e a scrivere alle detenute e contribuendo in maniera significativa alla riforma carceraria.
Nel corso dell’itinerario il prelato si è soffermato anche sulla figura di don Luigi Sturzo, ricordando il rilievo che rivestì anche il fratello Mario, “vescovo della diocesi di Piazza Armerina e uomo di grandissima cultura, che dedicò gran parte del suo ministero alla famiglia e all’educazione”.
Pensiero particolare anche ad Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Monsignor Ambrosio ha sottolineato la grande passione umana che animò questa donna, “disposta a fare la questua per raccogliere fondi da destinare alla Cattolica”.
Il presidente Trespidi ha precisato che, “tra i veri meriti della mostra, c’è quello di essere di stimolo a chi amministra per ridestare una storia politica di cui l’Italia è custode”. Da qui un “motivo di speranza” per “recuperare, oggi, il ruolo autentico e il valore delle pubbliche amministrazioni”.