“La rinuncia all’impianto di biogas di Lusurasco da parte di Conserve Italia non si può imputare alla Provincia. Qualsiasi scelta imprenditoriale è quindi legittima, ci auguriamo però – anche per il futuro – che l’azienda mantenga la priorità di valorizzare e mantenere la specificità dello stabilimento.
Comprensibile le preoccupazioni aziendali su una scelta inevitabilmente legata all”incertezza del mantenimento del livello di incentivi ora previsti. L’ apertura alle istanze aziendali è testimoniata dai differenti tavoli di confronto con le rappresentanze sindacali attivati dall’amministrazione provinciale. In più occasioni (da ultimo all’incontro in Provincia del 10 ottobre scorso tra amministratori territoriali, associazioni agricole, sindacati, rappresentanti dei lavoratori, cooperativa Lusuco; assente solo Conserve Italia) il presidente della Provincia Massimo Trespidi e l’assessore Filippo Pozzi avevano dichiarato la disponibilità dei tecnici dell’Ente a fornire a Conserve Italia tutte le informazioni sulla documentazione richiesta.
Mancavano solo pochi documenti per considerare la pratica esaustiva, l’istruttoria era alle battute conclusive, con l’impegno dell’azienda a perfezionare la documentazione presentata.
Per queste ragioni oggi la Provincia rigetta ogni accusa di essere la causa della rinuncia all’impianto, formalizzata in questi giorni da Conserve Italia.
La società per lungo tempo ha perseguito l’obiettivo di ottenere l’autorizzazione all’impianto senza dover effettuare la Via (valutazione di impatto ambientale), procedura cui tuttavia si è dovuta sottoporre in ragione della rilevanza dell’impianto e dei possibili effetti.
Poiché condizione necessaria per pubblicare il progetto è la completezza, solo nel luglio 2010 si è potuto pubblicare il progetto e conseguentemente darne avviso sul Bur (Bollettino unico regionale). Da quel momento sono decorsi i tempi istruttori.
La conferenza dei servizi del 26 agosto 2010 ha tempestivamente rilevato la necessità di acquisire documentazione integrativa, prodotta dall’azienda solo parzialmente, e con tempi non brevi.
Tali ritardi hanno inevitabilmente allungato il procedimento, costringendo l’azienda ad adeguare l’impianto alle nuove direttive tecniche entrate in vigore a gennaio 2011. La Provincia si è trovata nell’impossibilità di chiudere l’istruttoria per la mancata presentazione delle integrazioni necessarie ad ottenere l’autorizzazione. La documentazione richiesta – contrariamente a quanto afferma l’azienda – non era strettamente dipendente dai rilievi del comitato (il quale aveva chiesto approfondimenti sugli impatti ambientali, tema già ampiamente affrontato e approfondito nei primi mesi istruttori), piuttosto era riferita a elementi relativi ad aspetti fondamentali del progetto. Un atteggiamento poco propenso a concretizzare in tempi rapidi il risultato si era già riscontrato quando – a fronte delle corpose osservazioni avanzate dal comitato – l’azienda ha ritenuto di non dover presentare controdeduzioni a sostegno del proprio progetto, lasciando unicamente sulle spalle della pubblica amministrazione l’onere di fornire risposte a tutte le problematiche sollevate dallo stesso comitato.
L’amministrazione non nasconde la propria “sorpresa” per la scelta di Conserve Italia di ritirare il progetto dell’impianto di biogas di Lusurasco (Alseno). Non nasconde nemmeno una certa “meraviglia” nel constatare il cambio di atteggiamento da parte di alcune rappresentanze dei lavoratori che all’incontro del 10 ottobre scorso avevano preso atto, insieme a tutti gli altri soggetti al tavolo, della correttezza sempre tenuta dalla Provincia nel corso delle conferenze dei servizi.
A questo punto siamo solo nella condizione di prendere atto della scelta aziendale, dopo un percorso propositivo nei confronti della società, nei confronti della quale la Provincia non ha mai perso di vista gli aspetti relativi alla tutela ambientale e della salute pubblica”.