Si terrà sabato 26 novembre a Bologna la settima Conferenza regionale del volontariato, tappa finale di un lungo percorso avviato sul territorio a partire dalle Assemblee provinciali.
Le riflessioni, le esigenze e le proposte emerse in questo articolato percorso di partecipazione insieme alle risposte e alle priorità individuate della pubblica amministrazione, confluiranno nella Conferenza regionale organizzata nell’Anno europeo del volontariato. Presente anche il mondo del volontariato piacentino rappresentato da Laura Groppi dell’Associazione pubblica assistenza Croce Bianca.
Il volontariato in Emilia-Romagna: i numeri
Sono 2.917 le organizzazioni di volontariato iscritte al registro regionale, così suddivise: Bologna (606), Ferrara (249), Forlì-Cesena (318), Modena (369), Parma (406), Piacenza (230), Ravenna (272), Reggio Emilia (273), Rimini (194). Se si considera l’ambito d’attività in cui operano, al primo posto c’è il socio-assistenziale, con 1164 organizzazioni; per il settore sanitario sono 923, per la tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale 150; nell’ambito della tutela e promozione dei diritti umani 173, per la cultura e tutela dei beni culturali 83. Nel settore educativo-istruzione-ricerca agiscono 65 organizzazioni; 245 organizzazioni operano nella protezione civile e 7 per l’educazione alla pratica sportiva. I Centri di servizio per il volontariato sono 9. La Regione eroga circa 85mila euro ogni anno, attraverso un bando, per il finanziamento di micro progetti di organizzazioni di volontariato.
Il Coge, i Centri di servizio provinciali, i Comitati paritetici
Il Fondo speciale per il volontariato è costituito dalla Fondazioni bancarie che, con quest’obiettivo, accantonano annualmente l’1/15 degli utili. Il fondo è amministrato da un Comitato di gestione (Coge) composto da un membro in rappresentanza della Regione (assessore), da quattro rappresentanti delle organizzazioni di volontariato (iscritte nei registri regionali) maggiormente presenti sul territorio, da un membro nominato dal ministero competente, da sette nominati dalle Fondazioni, da uno nominato dall’associazione fra le Casse di risparmio italiane, e da uno in rappresentanza degli enti locali della regione.
Il Fondo finanzia le attività dei Centri di servizio provinciali per il volontariato, realtà istituite per sostenere e qualificare progetti e interventi. I Centri erogano le proprie prestazioni sotto forma di servizi a favore delle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte nei registri regionali. In particolare, mettono a punto strumenti e iniziative per la crescita della cultura della solidarietà, la promozione di nuove iniziative di volontariato e il rafforzamento di quelle esistenti; offrono consulenza e assistenza qualificata, strumenti per la progettazione, l’avvio e la realizzazione di specifiche attività. Fanno, inoltre, iniziative di formazione e qualificazione per i volontari; offrono informazioni, notizie, documentazione e dati sulle attività di volontariato locale e nazionale.
I Comitati paritetici provinciali sono composti da rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte nel registro regionale o nei registri provinciali. Vi partecipano anche i rappresentanti dei soggetti che contribuiscono al Fondo speciale per il volontariato (Fondazioni), in base alle diverse appartenenze territoriali. I Comitati paritetici provinciali “vigilano” perché sia garantito un raccordo e un confronto costante tra il volontariato e gli enti locali, con proposte, sensibilizzazione, verifiche e valutazioni. I Comitati fissano le priorità per l’azione dei Centri di servizio; in particolare contribuiscono a individuare le priorità di intervento territoriali per la programmazione dei progetti che rientrano nei Piani per la salute.