Nuovi incontri con i “piacentini eccellenti” nell’ambito della rassegna “Maestri e modelli di vita”, promossa dall’assessorato alle Politiche giovanili della Provincia. Prossimi appuntamenti: venerdì 25 novembre alle 9,30 nell’aula 12 dell’università Cattolica con monsignor Antonio Lanfranchi, arcivescovo della diocesi di Modena-Nonantola originario di Grondone di Ferriere e mercoledì 14 dicembre alle 11 nell’aula magna dell’Isii Marconi con il celebre orafo Giulio Manfredi. Le prossime tappe dell’iniziativa rivolta a tutti, ma pensata innanzitutto per i giovani, sono state presentate questa mattina in conferenza stampa a palazzo Garibaldi. Al tavolo dei relatori: l’assessore provinciale Massimiliano Dosi, il direttore della sede piacentina dell’università Cattolica Mauro Balordi e il direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Piacenza Bobbio don Davide Maloberti.
Manfredi, che ha il suo quartier generale nel prestigioso atelier milanese nel cuore di Brera, è reduce dal successo della mostra “L’oro invisibile. Il Cenacolo, Leonardo da Vinci. 12+1 Opere Preziose” nella grandiosa e sfarzosa Reggia di Venaria. Il 14 è atteso nella “sua” Piacenza. Al centro del suo intervento: “Caratteristiche, professioni, attuali tendenze e regole per entrare nel mondo del design orafo”.
Lanfranchi, ordinato sacerdote il 4 novembre 1971, è laureato in teologia biblica e in scienze dell’educazione. Negli anni è stato, tra le altre cose, docente di catechistica e pastorale presso lo studio teologico del Collegio Alberoni, insegnante di religione al Colombini, direttore dell’ufficio catechistico diocesano e regionale, assistente nazionale dei giovani dell’Azione cattolica, vicario generale della diocesi di Piacenza Bobbio, con il vescovo monsignor Luciano Monari e antistite della diocesi di Cesena Sarsina, fino ad assumere la guida della Chiesa di Modena Nonantola. Venerdì parlerà del “senso dell’educare oggi”.
“Con i prossimi appuntamenti – ha detto l’assessore Dosi – chiudiamo, per il 2011, la rassegna ‘Maestri di vita, modelli di vita’ che, fino ad oggi, ha portato a Piacenza i campionissimi Filippo Inzaghi e Giorgia Bronzini, il comico Paolo Labati e – unico extra-piacentino – Claudio Gubitosi, patron del Giffoni Film Festival. Un vasto quadro di personaggi illustri che si sono distinti in diversi settori per sottolineare le tantissime eccellenze piacentine che vanta il nostro territorio, in tutti i campi, e per dare l’opportunità, soprattutto ai giovani, di confrontarsi con esperienze significative e figure portatrici di valori professionali e umani, con l’auspicio che da questi incontri possano nascere spunti significativi per il prosieguo della propria vita lavorativa e privata. Il 2012? Continuiamo con il percorso intrapreso. Stiamo già contattando altri piacentini illustri”.
Il direttore della sede piacentina della Cattolica, Balordi ha parlato di “unione di intenti”, sottolineando “la totale condivisione degli obiettivi all’origine dell’iniziativa, gli stessi alla base di analoghi appuntamenti promossi dall’università nel corso dell’anno”. Il riferimento è al progetto “A tutto Campus” che nei mesi scorsi ha portato in ateneo Nicola Le Grottaglie, il dj Nicola Savino, la psicoterapeuta Maria Rita Parsi, il comico Enzo Iacchetti e lo scrittore Alessandro D’Avenia.
“Importante e significativa”, per don Maloberti, la scelta di aver invitato l’arcivescovo piacentino Lanfranchi. “Il senso dell’educare oggi presuppone l’alleanza tra diverse agenzie educative – ha detto – e apre alla riflessione sulla presenza di Dio nella nostra vita. Nell’ultima lettera alla Chiesa di Cesena, monsignor Lanfranchi sottolinea che oggi ‘educare è possibile’. Questo, in un’epoca di scoramento e disillusione, alimenta la fiducia nei confronti dell’altro e introduce al mistero della vita”.
MONS. ANTONIO LANFRANCHI
Dopo aver compiuto gli studi ginnasiali nel Seminario minore di Piacenza e quelli filosofici e teologici nel Collegio Alberoni della stessa città, ha frequentato a Roma la Pontificia Università Lateranense e il Pontificio Ateneo Salesiano, conseguendo i titoli accademici in Teologia Biblica e in Scienze dell’Educazione. È stato ordinato sacerdote il 4 novembre 1971 per la diocesi di Piacenza, attualmente Piacenza-Bobbio.
I più importanti ministeri da lui ricoperti sono stati: Assistente nel seminario vescovile di Piacenza, dal 1971 al 1972; dopo gli studi a Roma dal 1972 al 1977, Docente nel seminario vescovile di Piacenza, dal 1977 al 1978; Assistente spirituale dell’AIMC e Segretario dell’Ufficio catechistico diocesano, dal 1978 al 1984; Assistente diocesano dell’Azione Cattolica Giovani, dal 1978 al 1986; Direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, dal 1984 al 1988; Assistente diocesano dell’Azione Cattolica Adulti, dal 1986 al 1988; Direttore dell’Ufficio catechistico regionale, dal 1987 al 1988; Assistente nazionale del Settore Giovani dell’Azione Cattolica Italiana, dal 1988 al 1996; Docente di Pastorale giovanile presso la Pontificia Università Lateranense in Roma, dal 1988 al 1996.
Dopo aver rivestito dal 5 settembre 1996 l’incarico di vicario generale della diocesi di Piacenza-Bobbio, papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Cesena-Sarsina il 3 dicembre 2003.
Riceve la consacrazione episcopale l’11 gennaio 2004 per le mani del vescovo di Piacenza-Bobbio Luciano Monari, coconsacranti l’arcivescovo Paolo Romeo ed il vescovo emerito di Cesena-Sarsina Lino Esterino Garavaglia O.F.M. Cap., che aveva precedentemente rassegnato le dimissioni per raggiunti limiti d’età. Si insedia nella cattedra vescovile della sua nuova diocesi il 25 gennaio del medesimo anno.
È membro della Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, nonché della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna.
Il 1º giugno 2008, in base a un’antica norma di diritto canonico, dispone la celebrazione di una messa “riparatrice”, a seguito dello scandalo suscitato da una coppia di persone sorprese in un confessionale della cattedrale di Cesena nell’atto di consumare un rapporto sessuale (dichiaratesi atee a giustificazione del proprio gesto).
Il 27 gennaio 2010 papa Benedetto XVI lo promuove arcivescovo-abate di Modena-Nonantola, succedendo all’arcivescovo-abate Benito Cocchi, dimissionario per raggiunti limiti di età.
Il 9 marzo 2010 riceve la cittadinanza onoraria di Cesena. Fa il suo ingresso ufficiale in arcidiocesi il 14 marzo dello stesso anno durante una solenne cerimonia. Riceve il pallio da Benedetto XVI il 29 giugno 2010 nella Basilica di San Pietro.
GIULIO MANFREDI
Dopo la rivisitazione delle opere di Piero della Francesca in chiave preziosa (1995) su incarico del Ministero dei Beni culturali, e la creazione dei gioielli-scultura ispirati ai Promessi Sposi (nel 2006, commissionata dal centro nazionale di studi manzoniani), il designer piacentino ha lavorato sul capolavoro di Leonardo da Vinci. «Disegnare e realizzare queste opere preziose è stato riconquistare la grande tradizione del gioiello come “lapis” prima che “petra”, in sostanza, permettendo al gioiello di essere non un generico e mondano oggetto di valore quanto un segno forte di quel “talento” e dei carismi che ciascun apostolo in sé custodisce», spiega Giulio Manfredi. L’ idea di accostare le pietre semipreziose come il diaspro, il calcedonio e l’ epidoto alle gemme più nobili fa da filo conduttore a tutta la storia creativa e artistica di Manfredi, cominciata a metà degli anni Settanta. «Ho iniziato ad appassionarmi all’ oreficeria a 20 anni, durante un viaggio ad Anversa, dopo la scoperta delle taglierie di diamanti: ho capito che si poteva fare qualcosa di diverso, c’ erano un’ infinità di colori che non venivano utilizzati, anzi disprezzati». Nel 1976 Manfredi dà impulso a un nuovo modo di fare gioielli, mescolando gli zaffiri e i diamanti con topazi azzurri, quarzo lilla, tormaline e iolite. «Ho iniziato a fare l’ orafo assumendo un architetto e un direttore di fabbrica: un gioiello Manfredi, di qualsiasi anno sia, è riconoscibile per i colori delle pietre, mai bombardate da procedimenti termici, e per le geometrie».