Si tratta di una storia, insieme concitata ed essenziale, sospesa tra il corto respiro del privato ed eventi pubblici che hanno cambiato il mondo, senza cambiare però la protagonista, Maria Luisa (Luigia) D’Austria che alla fine, come sempre, strappa la nostra simpatia, la nostra partigianeria che la assolve da ogni accidia, da ogni vigliaccheria, trasformando la sua inadeguatezza, i suoi impacci, le sue modeste giustificazioni e le sue clamorose fughe, che la lasciano al margine della storia, almeno di quella con la S maiuscola, relegandola ad un mondo borghese, quotidiano, casalingo, solido, funzionale e piacevole Biedermeier.
Dietro alle immagini e alle nuvolette di Lucchesi, affastellate dal trascorrere veloce del tempo, c’è la consapevolezza tutta parmigiana di conoscere Maria Luisa, di conoscere davvero la duchessa, come ed oltre qualsiasi potente abbia dominato la nostra città ed il nostro territorio. È una sovrana intima che sfiora e annoda i ricordi dei nonni, della generazioni passate, della Parma che insieme ostinatamente rimpiangiamo, mentre altrettanto tenacemente la distruggiamo.
Tutti ritengono di poterne raccontare, parlare, di conoscerne vicende ed inclinazioni. E tanto meno storicamente la conoscono, tanto più la fanno simile a loro per difetti e virtù.
Così Maria Luigia è rimasta eternamente tra noi e parlarne scioglie il rimpianto per il passato, il ricordo e il racconto.
Anche la parte finale della narrazione di Lucchesi, per la quale alcuni potrebbero scandalizzarsi, è un lucido crescendo verdiano di pettegolezzi, insinuazioni, cattiverie, infamie, gossip che rendono Maria Luigia,amica e sodale e ce la apparenta.
Il tutto senza che il suo fascino ed il suo mito ne possano venire scalfiti neppure dalla matita affettuosamente irriverente di Marzio Lucchesi.
L’autore: Marzio Lucchesi
Marzio Lucchesi nello scorso millennio ha frequentato l’Istituto d’Arte della sua città e la Scuola del Libro di Urbino dedicandosi al fumetto e al disegno d’animazione. Molti sono i personaggi e le storie che vedono la luce grazie alla matita di Lucchesi, fra i tanti nel ’79 nasce Mostralfonso pubblicato su testate nazionali e dall’87 anche in più di 250 puntate televisive. In questo stesso anno inizia una collaborazione con Il Corriere dei Piccoli.
Lavora come art director in pubblicità, ma questo non gli impedisce di ritagliarsi spazi per esprimere la sua innata ironia attraverso vignette che lo portano a vincere premi prestigiosi in rassegne nazionali ed internazionali.
Nel 1991 vince la Palma d’Oro al Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera; nel 1997 riceve la menzione d’onore al Cartoon Fax Festival Fano Funny; nel 1998 riceve il primo premio all’Eurohumor, Biennale Internazionale del Sorriso.
Nel nuovo millenio si dedica all’arte digitale.