C’è un uomo che conversa con la barista cercando di distrarla. Poco distante, alle spalle del bancone, un altro individuo finge di giocare a una macchinetta del videopoker. L’altro, accanto, sta scassinando la macchinetta scambiamonete.
E’ questa la scena, ripresa dalle telecamere a circuito chiuso di un bar nel centro di Borgonovo, che hanno permesso ai carabinieri della stazione di Borgonovo di risalire e incastrare tre romeni, tutti denunciati per furto aggravato. Proabilmente si tratta di una banda specializzata nello scassinare le macchinette scambiamonete all’interno dei bar al punto che i militari dell’Arma stanno indagando per capire se la banda avesse già colpito nel circondario.
I tre sono tutti residenti a Torino e per loro si valuta anche la possibilità di un provvedimento (forse il foglio di via obbligatorio) che potrebbe impedire loro di rimettere piede nel territorio piacentino.
La singolarità, sottolineata anche ieri in conferenza stampa dai carabinieri, è che essi agivano in pieno giorno e con una disinvoltura disarmante, anche con il locale pieno di clienti. Lo dimostra l’episodio avvenuto il 22 ottobre scorso nel bar di Borgonovo. Erano circa le 13,30. Mentre uno di loro faceva da palo controllando di non dare troppo nell’occhio e distraendo la commessa del bar, un altro apriva le macchinette coperto da un altro complice.
Una tecnica che in quella precisione occasione ha permesso loro di intascarsi mille euro in contanti.
L’altro giorno, però, i tre sono stati sorpresi a bordo di una Opel Astra Coupé mentre giravano in via Marconi. Una volta fermati dai militari, nella loro macchina è stato trovato tutto il kit dei perfetti scassinatori. Da lì gli investigatori sono riusciti a risalire all’episodio del 22 ottobre, ma forse (sono in corso ulteriori accertamenti) anche ad un altro tentato furto. I tre, di 35, 33 e 47 anni, tutti pregiudicati, sono stati riconosciuti grazie ai filmati a disposizione degli inquirenti. Olre all’accusa di furto e tentato furto, gli stranieri devono anche rispondere di possesso ingiustificato di chiavi alterate e grimaldelli. Le indagini comunque proseguono per capire se la banda avesse messo a segno altri colpi.