La Pec (posta elettronica certificata) è una casella e-mail che permette d’inviare e-mail con lo stesso valore legale di una raccomandata con ricevuta di ritorno. Il gestore di questa casella, infatti, invia al mittente, una ricevuta di avvenuta o mancata trasmissione del messaggio. Con la Pec si può anche certificare il contenuto inviato, usando un dispositivo di firma digitale. La Posta elettronica certificata fornisce prova certa della consegna di un messaggio al destinatario, attestandone data e ora esatta di spedizione, così come il suo contenuto e allo stesso tempo costituisce la modalità principale di comunicazione tra un’impresa e la Pubblica Amministrazione. La vigente normativa obbliga le società di nuova costituzione a fornire da subito il proprio indirizzo di Posta elettronica certificata al Registro Imprese presso la Camera di Commercio dove ha sede legale l’attività, mentre le società già attive dovranno dotarsi di una casella Pec e provvedere alle comunicazioni prescritte entro il 29 novembre. Solo per le ditte individuali la Pec non sarà ancora obbligatoria, ma soltanto consigliata. “La Pec va usata nei rapporti con la Pubblica Amministrazione ed ha lo scopo di snellire e velocizzare i rapporti con i pubblici uffici consentendo una riduzione dei tempi d’attesa per le pratiche e un risparmio dei costi di spedizione delle raccomandate cartacee”, spiega Luigi Sidoli, Direttore di Confagricoltura Piacenza. “Saranno diverse centinaia le aziende associate che dovranno provvedere ad attivarsi entro fine mese. Di per sé si tratta di un’innovazione che va verso lo snellimento burocratico che Confagricoltura, da sempre, auspica, peccato che, come spesso accade, venga pensata una norma senza adeguata verifica del suo impatto in termini organizzativi e di fattibilità in riferimento all’ambito d’applicazione. L’agricoltura, in modo particolare, è un settore ancora poco informatizzato e non tutte le aziende costituite sotto forma di società sono pronte a questo passaggio. Come Associazione ci siamo prontamente attrezzati – prosegue Sidoli – per avviare un servizio che preveda la possibilità, non solo, di registrare e comunicare la Pec degli Associati, ma che si faccia anche carico di gestire, per conto loro, la casella di posta. Questo nella logica di servizio alle imprese e con l’auspicio che sempre più aziende utilizzino autonomamente e in modo crescente questo strumento. Sarebbe stato opportuno che, oltre a stabilirne l’obbligo, il legislatore avesse previsto adeguate e necessarie azioni formative ed informative così da far traguardare la scadenza ad aziende preparate evitando di far vivere un’innovazione, che resta positiva, come un ulteriore onere in capo alle aziende stesse, tanto più che tutto l’apparato burocratico beneficerà considerevolmente delle nuove procedure in termini di efficienza gestionale e minori costi”.