Cgil scuola contro l\’\”operazione ridimensionamento\” degli istituti

Neutralizzare “l’operazione dimensionamento” della rete scolastica che il ministero dell’istruzione e il governo tentano di imporre con le scelte della Finanziaria di luglio (art. 19), a favore invece di un servizio scolastico diffuso e di qualità, come condizione imprescindibile anche per accompagnare l’Emilia Romagna verso la ripresa e lo sviluppo: lo chiedono i segretari generali della Cgil e della Flc (Federazione lavoratori della conoscenza) regionali Emilia Romagna, Vincenzo Colla e Raffaella Morsia, in una lettera inviata in questi giorni (21 ottobre) al presidente della Regione Vasco Errani e all’assessore competente Patrizio Bianchi.

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Condividendo la decisione della Regione Emilia Romagna di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale l’art. 19 della Legge 111/2011, in quanto la norma invade spazi riservati alla potestà legislativa delle Regioni, i due dirigenti Cgil e Flc sottolineano che “dimensionamento vuol dire chiudere sedi scolastiche, accorpandole ad altre, togliere le scuole dal territorio, creare istituti scolastici “mostri” la cui gestibilità sarebbe di dubbia efficacia e ridurre il servizio pubblico a favore dei cittadini.” Tutto questo per fare cassa a danno della scuola.

Il fatto è che in alcune province si stanno già avviando processi che prevedono un forte ridimensionamento delle autonomie scolastiche, mentre i criteri individuati dagli indirizzi regionali prevedono “l’invarianza del numero di autonomie scolastiche della regione”.

Colla e Morsia invitano dunque il presidente e l’assessore regionale a “presidiare e governare l’intera programmazione a livello territoriale” e ad avviare il confronto con gli enti locali, le scuola, le famiglie e tutti i soggetti interessati a rivedere e razionalizzare la rete scolastica sulla base di un progetto didattico e formativo che non impoverisca ma migliori il sistema.