Piacenza. Quando una nazione avanzata come il Giappone sbarca nella piccola Piacenza per avere consigli su come migliorare il proprio sistema sanitario l’orgoglio è d’obbligo. E tale onore proviene da Progetto Vita, il piano di prevenzione e intervento sull’arresto cardiaco. Un gruppo di ricercatori afferenti a quella che sarebbe la Protezione Civile nipponica è a Piacenza in questi giorni per carpire i segreti di un progetto che ormai ha attirato l’attenzione anche all’estero. Due i punti di interesse della delegazione. Da una parte la collaborazione tra forze dell’ordine e servizio di soccorso: per i giapponesi era inconcepibile prima di conoscere Progetto Vita coinvolgere Polizia e Carabinieri nel Pronto Intervento Medico. In Giappone come in molti altri paesi esiste un solo numero come può essere il famoso 911 americano e tutte le chiamate di emergenza vengono indirizzate alle varie forze competenti con una netta distinzione. Ma che attraverso il soccorso sanitario come il nostro 118 anche le forze dell’ordine possano intervenire in ambito di salute pubblica è una innovativa unicità. In Giappone è stimata la presenza di un defibrillatore ogni chilometro quadrato, una densità di gran lunga maggiore rispetto a Piacenza, ma gli interventi di successo sono di gran lunga numerosi nella nostra città. Questo anche perché, e si passa al secondo tema di interesse della delegazione nipponica, da noi esiste un addestramento volontario a loro sconosciuto. Progetto Vita ha introdotto un sistema didattico di utilizzo al defibrillatore che non include solo personale specializzato ma anche semplici cittadini o,appunto, volontari, il che ha reso ramificata e diffusa la capacità di intervento in caso di arresto cardiaco.