Confagricoltura Piacenza plaude al primo via libera ottenuto dalla Commissione europea per la richiesta di deroga dell’Italia all’applicazione della direttiva nitrati al limite di spandimento dei 170 chili di azoto zootecnico per ettaro per anno. “Il comitato nitrati dell’esecutivo UE – spiega Luigi Sidoli, Direttore di Confagricoltura Piacenza – ha dato opinione positiva, recependo così le istanze del nostro Paese più volte sollecitate da Confagricoltura”. “Anche gli allevatori piacentini – spiega Giovanni Marchesi Responsabile del Servizio Tecnico di Confagricoltura Piacenza – potranno apportare una maggiore quantità d’effluenti (fino a 250 kg con liquame bovino e liquame chiarificato suino) ma con alcune specifiche”. La deroga, che attende il semaforo verde per poter diventare effettiva dal 1° gennaio 2012, è stata stabilita in cambio dell’adozione, da parte dei produttori delle aree vulnerabili di Programmi d’azione rinforzati che includono regole rigorose sulla gestione dei fertilizzanti. “Gli allevamenti che decideranno di aderire al regime di deroga – sottolinea Marchesi – dovranno avere almeno il 70% dalla SAU investita a colture a elevata asportazione di azoto e lunga stagione di crescita. I sistemi colturali proposti per l’esercizio in deroga sono i prati con prevalenza di graminacee, i cereali autunno-vernini seguiti da erbaio estivo, il mais di classi a maturazione tardiva. Saranno necessari quindi – sottolinea Marchesi –attenzione e un certo impegno nella gestione tecnica ed agronomica dei terreni. I reflui zootecnici, però, devono essere visti anche come una risorsa, non come un problema. Nella nostra provincia, nelle aziende senza stalla, è stato riscontrato un impoverimento dei terreni in termini di sostanza organica, che, in alcuni casi, è scesa avvicinandosi alla soglia del 2%, al di sotto della quale un terreno non è più considerato fertile. Trasferire su questi terreni sostanza organica coniugherebbe l’aspetto ambientale a quello economico. L’obbligo di prenderci cura dell’ambiente è un imperativo, l’impresa può riuscirci in modo proficuo avvalendosi di scienza e tecnologia. Le politiche agricole devono però fare la loro parte e qualcosa è stato fatto, come l’inserimento nell’asse 2 del PSR di un’azione che finanzia l’acquisto di letame da aziende zootecniche”. “Questa deroga – conclude Sidoli- rende giustizia rispetto ad un’ideologia che ha visto nei reflui zootecnici non un valore, quale sono, ma un problema dell’ambiente. In ogni modo, le difficoltà della nostra zootecnia non sono risolte e auspichiamo che le nuove disposizioni non si tramutino in vincoli vessatori. Resta, inoltre, aperto il problema dello spandimento invernale, determinato da norme decise su base europea che non considerano minimamente gli aspetti climatologici ed agronomici del nostro territorio ”.