Il caro carburanti preoccupa notevolmente nelle campagne. “L’aumento delle accise sul gasolio aggrava una situazione già oggettivamente difficile per le aziende agricole – rileva Luigi Sidoli, Direttore di Confagricoltura Piacenza – tanto che potrebbero essere a rischio le coltivazioni e gli allevamenti. Già a ottobre 2011, rispetto al corrispondente mese dell’anno prima, i costi agricoli per i carburanti avevano avuto un incremento del 7,6% (con un +1,2% rispetto al mese precedente di settembre)”. In generale, il “caro-gasolio” spinge, inoltre, al rialzo i prezzi dei prodotti agro-alimentari che dal campo alla tavola viaggiano per oltre l’80% su gomma, e mette a serio rischio il futuro di tantissime serre e aziende agricole, per molte delle quali si prospetta addirittura la chiusura. Solo nel 2011 le imprese del settore primario hanno sostenuto un costo aggiuntivo di oltre 2 miliardi di euro, proprio a causa dei continui aumenti dei carburanti, ormai arrivati a livelli record. Confagricoltura ricorda come un’indagine di fine novembre di Ismea già registrava notevoli preoccupazioni imputabili alla dinamica dei costi di produzione e soprattutto al proseguimento delle tensioni sui prezzi di carburanti. “Il rincaro del gasolio agricolo ha assunto dimensioni dirompenti non solo per le serre dove c’è un utilizzo elevato del carburante, che in questi ultimi mesi hanno subito danni drammatici, ma anche per le altre aziende dove si teme la profonda emergenza – spiega Sidoli -. Quando tra qualche mese si riprenderanno le lavorazioni in campo, gli imprenditori, con tutta probabilità, si troveranno a dover sostenere tutta una serie di aggravi sui costi produttivi, in primis l’incremento del costo del carburante, che peseranno notevolmente sui conti aziendali. Non possiamo, poi, tralasciare l’incremento della tassazione a carico del settore – prosegue Sidoli – che andrà ulteriormente ad impattare sui costi, peraltro da anni costantemente crescenti. Le imprese si sono trovate a sostenere ulteriori gravosi oneri produttivi e contributivi con i provvedimenti contenuti nella manovra del governo Monti a partire dall’introduzione dell’IMU. Auspichiamo – conclude Sidoli – che vengano al più presto messe in campo una serie di misure per sostenere il settore, perché sono a rischio allevamenti e produzioni. Evitare il collasso dell’agricoltura deve essere prioritario, anche per le pesanti ripercussioni sociali ed economiche che ciò comporterebbe”.