Piacenza. Umberto Fantigrossi non risparmia critiche agli amministratori piacentini di ogni colore politico, dopo l’approvazione, senza nessun voto contrario, del piano urbanistico per l’edificazione di aree libere nel quartiere di S. Antonio. “ Ciò, fra l’altro – afferma Fantigrossi – alla faccia della legge urbanistica regionale che da oltre 10 anni richiede ai Comuni di indirizzare la domanda di nuove edificazioni al recupero e alla riqualificazione degli edifici già esistenti”.
Segue il comunicato di Umberto Fantigrossi:
Il cemento piace a tutti
E’ di questi giorni la notizia che l’ennesimo piano urbanistico per l’edificazione di aree libere nel quartiere di S.Antonio, quindi alle porte della città, è stato approvato senza alcun voto contrario.
E’ la conferma che mentre da ogni parte si lamentano il consumo incessante di suolo a fini edificatori, le condizioni non più sopportabili del traffico e dell’inquinamento, gli amministratori della città, di ogni colore, da buone formichine si fanno fuori metro a metro tutte le aree libere rimaste.
Il bello è che nel presentare l’evento si utilizzano termini come “abbiamo ottenuto una bella fetta di territorio” o “recuperati metri di territorio”, così facendo intendere di considerare una perdita ed uno spreco tutto ciò che non è edificato. Ciò, fra l’altro, alla faccia della legge urbanistica regionale che da oltre 10 anni richiede ai Comuni di indirizzare la domanda di nuove edificazioni al recupero e alla riqualificazione degli edifici già esistenti.
E alla faccia anche dello stesso Consiglio comunale che nel corso del suo mandato ha approvato come proprio indirizzo di politica urbanistica la petizione popolare (la prima ed unica sottoscritta da più di mille cittadini) che ha proposto di dotare la città di una cintura verde che tuteli le aree libere alle porte della città.
Del resto quale sia la considerazione che questi governanti hanno della partecipazione ben lo si capisce da come sta procedendo l’iter del nuovo piano strutturale (PSC) che dovrà sostituire il piano regolatore. Il relativo documento è in rete da inizio settembre e la consultazione pubblica è limitata agli enti ed alle associazioni, perchè i cittadini possono solo pronunciarsi sul sito del Comune. Niente assemblee e nessuna disponibilità del documento presso le circoscrizioni o presso l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (che a questo punto si potrebbe anche chiudere).
Ormai è una corsa contro il tempo, perchè la furia cementiera potrà essere fermata, se i piacentini lo vorranno, solo con le prossime elezioni di primavera.