Boldrini: \”Definire i migranti clandestini vuol dire aver già scelto\”

Profughi e migranti, esseri umani come noi. Nei telegiornali e su internet si susseguono immagini e volti diversi di ordinaria disperazione e rimbalzano da una parte all’altra del mondo storie identiche di violenza e indifferenza. È la fuga da guerre atroci, oppressione e miseria a creare una vera e propria fiumana di persone, un’umanità che scappa da se stessa. Di questo si è parlato stamattina, nel gremitissimo Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, con la giornalista inviata de La Stampa, Antonella Rampino, e con Laura Boldrini, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). Tra l’eterogenea platea di giovanissimi, ma non solo, anche il sindaco di Piacenza, Roberto Reggi. Parlando di “offese all’umanità”, il rischio è che alla retorica umanitaria corrispondano spesso nei fatti nuove gerarchizzazioni dell’umano. “I migranti – afferma Antonella Rampino –  sono il gradino più basso di questa gerarchizzazione. Siccome le parole hanno un peso va spiegata la differenza tra un migrante, immigrato, rifugiato e clandestino.”

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“Tutte queste persone – ha sottolineato Laura Boldrini – le conosciamo come clandestini. Clandestino è una parola piena di pregiudizi, è sinonimo di una persona che si deve nascondere, che fa qualcosa di male. Il termine è carico di minacce. Parlare delle parole non è una questione di secondo livello. Le parole hanno una forza intrinseca che condizionano la percezione dei fenomeni a cui si riferiscono. Parlare di migranti come clandestini vuol dire avere già fatto delle scelte. Ritengo non sia una questione semantica, ma politica. Io detesto la parola clandestino, ritengo sia altamente fuorviante e invito tutti a riflettere su questo punto. Per clandestino, i media e gran parte dei politici, intendono i migranti, regolari o irregolari non importa. Definiscono così, molto sepsso, anche i richiedenti asilo e i rifugiati.”

Al centro dell’incontro anche il caso di Lampedusa: “6000 tunisini – ha aggiunto la Boldrini – tra febbraio e marzo sono stati trattenuti sull’isola. Lo spettacolo è stato avvilente: Lampedusa, avamposto d’Europa nel Mediterraneo, può essere solo un centro di prima accoglienza, di primo soccorso e transito.”

Il problema è di quelli seri: la violenza che si accanisce sugli ultimi e sugli indifesi esige un impegno concreto per difendere la dignità dell’uomo.