Carlo Petrini e l\’omaggio alla radio: \”Una tecnica buona\”

Si è chiuso con una partecipazione al di sopra di ogni previsione anche il sabato del Festival del Diritto, dopo una giornata intensa, ricca di spunti di riflessione. Nel salone di Palazzo Gotico, a sancire l’ennesimo tutto esaurito, dopo quello con Margherita Hack, non poteva che essere presente come ospite il fondatore, nonché l’attuale presidente di Slow Food: Carlo Petrini. Il tema è stato medesimo dei precedenti appuntamenti, ma dopo averne discusso in modo filosofico, politico e sociale non poteva mancare l’aspetto più importante per l’uomo, cioè quello legato al cibo, vera necessità prima per la nostra sussistenza.

Radio Sound

Così “Umanità e Tecnica” nel cibo sono due elementi che, secondo Petrini, sono da sempre andati di pari passo: “La tecnica nella storia della gastronomia è sempre esistita”, ha dichiarato il presidente di Slow Food, che ha poi chiarito: “Rendere edibile un prodotto che ci da madre natura richiede l’utilizzo dell’intelligenza e la sapienza di lavorare con la fisica, con la chimica e quindi tutta la storia della cucina si è sempre confrontata con la tecnica”.

Così, quella di Carlo Petrini, più che un’invettiva contro le forze considerate dall’immaginario comune maggiormente distruttive delle particolarità tradizionali o locali come globalizzazione e meccanizzazione, si è presentata come un’esortazione verso il mondo contadino: “Deve avere la capacità di confrontarsi e dialogare. La scommessa che abbiamo davanti è questa: realizzare un dialogo, una dialettica, tra saperi tradizionali e tecnica”.

Ma non senza che questo, secondo Petrini, avvenga a meno di condizioni. Una di queste è che “la scienza ed i saperi tradizionali accettino di camminare mano nella mano. Siccome la verità è un processo costante non è giusto pensare che la tradizione abbia in sé la verità assoluta, così come non ce l’ha la tecnica. L’atteggiamento è la dialettica, ma tra pari. Ma soprattutto se la finiamo di mettere davanti a tutto questa economia e finanza canaglie e questa logica perversa di un produttivismo senza fine, che distrugge la natura ed i beni comuni”.

In sostanza per arrivare a una vita vissuta veramente il suo “auspicio per un nuovo umanesimo è quello di liberarsi dall’egemonia dell’economia”.

Infine, durante l’intervista rilasciata ai nostri microfoni, Carlo Petrini ha voluto regalarci un aneddoto sulla radio, vissuto in prima persona, apparso come un vero e proprio omaggio al mezzo di comunicazione del quale siamo interpreti. Alla domanda se la radio possa essere considerata una tecnica “buona” ha risposto: “Certo! Eravamo nel lontano ’73 e Radio Braund De Rossi, che ho contribuito a far funzionare – comprata in un mercato di americani a Livorno – al terzo sequestro Dario Fo, che venne a difendere  la giusta causa della libertà di espressione disse: “Questo sarà il ciclostile del 2000. Aimè, abbiamo aperto la strada a Berlusconi. Ma oggi, fortunatamente, anche a tante radio libere che esprimono un movimento di giovani che hanno voglia di avere un ruolo in questa società”.