Piacenza. Gli agricoltori italiani, rischiano di perdere quasi un miliardo di finanziamenti pubblici previsti dai Piani di sviluppo rurale (Psr) delle Regioni se non verranno erogati entro la fine del’anno. Questo a causa dell’eccessivo carico burocratico che frena gli investimenti necessari per uscire da una difficile situazione di crisi. Secondo i dati della Rete Rurale Nazionale aggiornati al 31 agosto 2011, ad oggi è stato speso meno di un terzo (29 per cento) dell’insieme delle risorse rese disponibili per i piani di sviluppo rurale nel periodo 2007/2013,
“In questa situazione preoccupante, dichiara il presidente di Coldiretti Piacenza e vice presidente regionale Luigi Bisi, vorrei sottolineare che l’Emilia Romagna conferma una buona capacità di spesa e all’interno di essa spicca la nostra provincia”.
“Piacenza, sottolinea la responsabile provinciale del Caa Coldiretti Laura Barbieri risulta essere tra le prime per aver utilizzato circa il 98% della spesa assegnata. Il merito è sicuramente da attribuire al nostro mondo agricolo, che ha saputo cogliere queste opportunità per ammodernare le aziende, migliorare le produzioni, accrescere la competitività aziendale e promuovere la salvaguardia dell’ambiente, valorizzando la sua biodiversità e il paesaggio agrario. Tutto questo rappresenta una ricaduta positiva per l’intero territorio, che potrà sempre contare su un’agricoltura ad elevata professionalità, con produzioni di eccellenza e che rappresenta vera economia reale”.
“Nell’ambito delle istanze avanzate complessivamente, prosegue la Barbieri, il 71% è stato presentato dal Caa, (Centro Assistenza Agricola) Coldiretti Piacenza; la professionalità e la competenza dei nostri operatori, ha superato la complessità e la farraginosità del sistema di gestione che è davvero estremamente complesso. Questo non toglie che sia, comunque, assolutamente necessario, per mantenere sempre il settore agricolo a livelli primari, diminuire gli eccessivi carichi burocratici che immobilizzano spesso lo sviluppo, facendo perdere competitività al settore, già gravemente colpito dalla crisi. Vorrei però ricordare che in questo ambito occorre dare merito alla nostra amministrazione provinciale di aver saputo istruire e liquidare tempestivamente un notevole numero di domande, consentendoci di raggiungere, in Regione, il miglior rapporto tra l’ impegnato e lo speso”.
“Una delle proposte per diminuire la burocrazia, prosegue la responsabile provinciale, sarebbe quella di redigere un unico Piano di Sviluppo Rurale Nazionale, regolato a livello regionale, ma senza la rigidità del bilancio di spesa attribuito ad ogni singola regione”.
“Ma in questa situazione, conclude il presidente Bisi, è sempre importante privilegiare alcune tipologie di investimenti che sappiano rilanciare la nostra agricoltura facendola tornare centrale rispetto alla filiera agroalimentare. Noi rappresentiamo il cibo e l’anello primario, proprio per questo il settore deve sempre essere messo nelle condizioni di poter produrre in modo eccellente, non solo per la promozione del territorio, ma anche e soprattutto per la tutela dei consumatori. Con questi obiettivi è importante l’azione di coordinamento dell’attività delle Regioni promossa dal ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Saverio Romano”.