Piacenza. Il cosiddetto Decreto Sviluppo approvato a luglio ha riportato in luce la “vexata quaestio” del riconoscimento della ruralità degli edifici di pertinenza delle aziende agricole fissando al 30 settembre prossimo il termine per classificare i fabbricati rurali nella categorie A/6 (per uso abitativo) e D/10 (per uso strumentale). Secondo le ultime volontà dei legislatori, solo queste due classificazioni catastali assicurano al fabbricato l’esenzione dall’ICI e dalle altre imposte.
Confagricoltura non ci sta. “Ancora una volta si tratta di un provvedimento nato male e proseguito peggio – afferma il Presidente di Confagricoltura Piacenza, Enrico Chiesa – perché l’attuazione pratica è stata rimandata ad un successivo decreto attuativo che, a poco più di due settimane dalla scadenza, non è ancora stato emanato. Questo fatto rende impossibile procedere in concreto nell’operazione”. Da oltre 15 anni la legislazione e i documenti ministeriali sono alla ricerca di una definizione che chiarisca definitivamente cosa s’intende per “fabbricato rurale”. Meno di un anno fa il tema si era presentato all’interno del decreto sul federalismo fiscale e nell’estate è stato ripescato dal decreto sviluppo. Allo stato attuale, stante la rilevanza degli adempimenti e dei ristretti termini previsti per la presentazione delle domande, Confagricoltura ha richiesto alla Direzione dell’Agenzia del Territorio un incontro per cercare di superare le criticità della normativa ma ad oggi le risposte non sono arrivate.
“Si pensava fosse finalmente stata fatta chiarezza (con la conversione in Legge del D.L. n: 207/08) – ricorda Enrico Chiesa – fino a quando un’improvvisa ed assurda sentenza della Cassazione (1865/09) ha riaperto i giochi. Per quanto riguarda i fabbricati, in seguito a questa sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, il riconoscimento della ruralità è subordinato alla qualificazione nella categoria D/10 per i fabbricati strumentali e A/6 per quelli abitativi”.
Per quanto riguarda la categoria D/10 – sottolinea Confagricoltura Piacenza – va precisato che essa è attribuita di prassi ad edifici strumentali dimensionalmente rilevanti (superiori ai 500 mq) escludendo dunque un gran numero di fabbricati di minori dimensioni che risultano comunque ad esclusivo servizio dell’azienda agricola ed in quanto tali indubitabilmente strumentali. Molto peggio è quanto si riferisce ai fabbricati abitativi: in questo caso, la categoria richiesta per il riconoscimento della “ruralità” (A/6) è stata soppressa (Ministero delle Finanze – dipartimento del territorio – circolare 18/T/2000) e corrisponderebbe comunque ad edifici con caratteristiche tali da non poter ottenere i requisiti d’abitabilità. “In buona sostanza – conclude Chiesa – quanto ci si accinge a pretendere sicuramente complicherà la vita dei contribuenti/agricoltori, aprendo, invece, la strada a contenziosi infiniti, nei quali riterremo doveroso assistere e tutelare gli associati. Vista la ristrettezza dei tempi Confagricoltura è impegnata attraverso l’utilizzo di tutti i canali istituzionali per chiedere, nell’immediato, una proroga del termine del 30 settembre; ed in prospettiva una revisione della contestabile disposizione”.